La Trombosi Parziale dei corpi cavernosi, dolore perineale acuto

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

La trombosi parziale Idiopatica del corpo cavernoso è una condizione rara conosciuta anche come priapismo parziale

 L'eziologia non è pienamente compresa, la malattia è associata spesso a priapismo, patologie ematologiche, uso di droghe, ma anche spesso l’uso della bicicletta e i lunghi voli aerei.

 Un setto fibroso all'interno del tessuto cavernoso è stato identificato nelle modalità di imaging avanzate e rimane quasi un presupposto anatomico per lo sviluppo della patologia che si presenta tipicamente con

dolore perineale e gonfiore proprio per la presenza di un trombo nella parte prossimale del corpo cavernoso

 

La Risonanza Magnetica del pene è l’esame che permette la diagnosi

 La terapia è conservativa combinando antiaggreganti (aspirina) con anticoagulanti (eparina a basso peso molecolare). Nei rari casi di non totale recupero è necessario un intervento chirurgico

 

 

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22762201

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26553854

Data pubblicazione: 14 gennaio 2016

6 commenti

#1
Foto profilo Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Andrea,
caso molto interessante; proprio recentemente ho rivisto un mio paziente con episodi di priapismo recidivanti, solo notturni, insorti da due anni, con una IPB non importante e modesta iperecogenicità del corpo cavernoso di sinistra con lieve recurvatum a sinistra stabile.
Trattato con diversi farmaci ma senza grossi risultati, visto anche da psicologo, alla fine con l'utilizzo di una benzodiazepina sembra aver quasi risolto i suoi fastidiosi disturbi notturni.
Caso clinico complesso.

#5
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Utente 433XXX

Preg. Dott. Militello,
penso di soffrire di questa malattia denominata Trombosi Parziale idiopatica dei corpi cavernosi. In breve la mia storia clinica è questa: sono stato operato nell'Aprile 2016 a Pisa per una cistectomia radicale per tumore infiltrato; mi è stata impiantata una neovescica e l'intervento è andato bene dal punto di vista urologico. Successivamente all'intervento ho iniziato a sentire forti dolori nella zona del perineo, i medici hanno pensato ad una neuropatia del pudendo e sono stato trattato alla Terapia del dolore con sedute di radiofrequenza pulsata, che non hanno dato risultato; successivamente sono stato trattato con Gabapetin 300 x 3 die e farmaci oppioidi (Palexia 50 e 100, Depalgos, Patrol, Targin, Contramal,, Transtec cerotti da 35, 52,5 e 70; Fentanil, ) in ultimo la Cannabis senza risultati soddisfacenti.
Devo dire che sono stato in cura chemioterapica neoadiuvante e adiuvante perchè dopo l'intervento i linfonodi della zona pelvica risultavano iperattivi alla PET, che ha anche evidenziato multiple micronodulazioni ai polmoni.
Attualmente sono stato inserito in un protocollo di immunoterapia a cui mi sottopongo con regolarità ogni 21 giorni.
Recentemente, e qui veniamo al punto, da un paio di mesi, sono comparsi dei noduli duri sulla parte esterna del pene, che inoltre appare totalmente indurito nelle parte vicino alla radice, e il dolore si irradia dal pene alla zona perineale e viceversa in maniera molto forte, insopportabile; Gli unici farmaci che mi alleviano un pò il dolore sono il Voltaren inezioni, che è di gran lunga il migliore, poi la Nimesulide, il Synfex 55 ( anche se utimamente mi danno scarsi risultati) e la Tachipirina da 1000 (anche questa ormai non mi fa più niente, forse sono saturo) Il dolore è fortissimo; a chi mi devo rivorgere? E' necessario fare una RMN che finora non ho mai fatto? La ringrazio infinitamente per l'attenzione e resto in attesa di un suo cortese riscontro
Maurizio 1957

#6
Foto profilo Dr. Andrea Militello
Dr. Andrea Militello

Salve
mi dispiace per il suo percorso lungo e accompagnato dai dolori continui
purtroppo nel tempo si fa proprio una grande esperienza come si evince dall’esposizione del suo caso
uno specialista di riferimento oltre all’andrologo potrebbe essere un angiologo esperto chiaramente nelle patologie delle arterie e delle vene, la risonanza magnetica se possibile con contrasto può permettere di porre la diagnosi

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