Diabete: potrebbe essere utile prendere il Sildenafil (Viagra)
Questo è quanto sembrerebbe emergere da un recente lavoro, condotto da alcuni ricercatori della Vanderbilt University School of Medicine di Nashville e pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism organo ufficiale della Endocrine Society.
Il Sildenafil (Viagra), ma potenzialmente anche altri farmaci della stessa classe, sembra migliorare la resistenza insulinica in uomini che presentano un pre-diabete.
Questa condizione precede di alcuni anni tutte le problematiche cliniche tipiche di un diabete di tipo II; si sa che una persona su tre con insulino-resistenza, soprattutto se non cambia il suo stile di vita, nell’arco di cinque anni, può manifestare un diabete mellito franco.
E’ anche noto che mantenere una dieta appropriata e svolgere una adeguata attività fisica non sempre è per questi uomini un compito facile e i farmaci, fino ad ora disponibili, sono poco utilizzati nella pratica clinica perché non privi di importanti effetti collaterali a livello cardiaco e non possono essere utilizzati in presenza di insufficienza renale; questa ricerca ha mostrato come il Sildenafil, inibitore di un enzima che degrada il cGMP, cioè la fosfodiesterasi di tipo V, potrebbe anche essere una nuova potenziale strategia terapeutica, senza importanti effetti collaterali, capace di contrastare il numero sempre più crescente di uomini con diabete franco.
Molecola dell'insulina
Lo studio ha valutato cinquantuno uomini con pre-diabete ed in sovrappeso dando a random, cioè a caso, del Sildenafil o un Placebo.
Fatti tutti gli accertamenti del caso, tra i quarantadue uomini che sono arrivati alla fine della ricerca si è riscontrato che i pre-diabetici, trattati per tre mesi con Sildenafil, erano diventati più sensibili agli effetti dell’insulina e presentavano inoltre valori di microalbuminuria inferiori rispetto ai controlli.
Ora sono comunque indispensabili altri studi con follow-up, cioè controlli, più pesanti ed estesi per confermare e quindi valutare attentamente tutti gli eventuali effetti positivi e negativi a lungo termine di questa strategia terapeutica.
Fonte:
http://press.endocrine.org/doi/10.1210/jc.2015-3415
Altre informazioni: