Dolore pelvico cronico, come eliminarlo? Il palmitoiletanolamide può aiutare?

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Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

Purtroppo sempre più spesso ci confrontiamo con pazienti che ci riferiscono dolori pelvici, penieni, uretrali, perineali, testicolari. 

Esclusa la prostatite batterica dopo gli opportuni accertamenti, spermio coltura, tampone uretrale, test di stamey (personalmente non spesso) ci si orienta sulla diagnosi del dolore pelvico cronico.

La Classificazione delle prostatiti secondo il National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Didease (NIDDK) of the National Institutes of Health (NIH) infatti prevede 4 gruppi:

1) Prostatiti batteriche acute

2) Prostatiti batteriche croniche

3) Sindrome del dolore pelvico cronico:

- Infiammatorio
- Non infiammatorio

4) Prostatiti infiammatorie asintomatiche

Sempre secondo il NIDDK - NIH la prevalenza di quelle batteriche acute e croniche è del 10% mentre nel restante 90% dei casi si tratta di Sindrome del dolore pelvico cronico.

La sindrome del Dolore pelvico cronico acquisisce pertanto un peso specifico notevole nella diagnostica ambulatoriale urologica e ginecologica.

Esso comprende:

1) Bladder pain syndrome

2) Urethral pain syndrome

3) Prostate pain syndrome

4) Scrotal pain syndrome

5) Penile pain syndrome

Le sedi, la durata delle manifestazioni, i sintomi e il coinvolgimento psicologico variano a seconda del distretto.

La sensibilizzazione a carico degli organi pelvici risulta essere causata da una situazione di disagio neuropatico di origine centrale mediato dall'azione di mastociti presenti a livello dei tessuti degli organi bersaglio.

La terapia delle prostatite batteriche differisce a seconda che siano acute o croniche mentre per ciò che riguarda il trattamento del prostate pain syndrome l'approccio terapeutico è completamente diverso.

Il Pamiltoietanolamide si trova naturalmente nell’olio di soia e nel tuorlo d’uovo. E’ un ‘amide ad effetto ALIA, ossia Autocoid Local Inflammation Antagonism. Ci sono situazioni, come quella descritta poc’anzi, in cui il mastocita rispondono alla noxa patogena in maniera esagerata liberando macromolecole ad elevata capacità pro infiammatoria, dolorifica e pruritogena, sono le cosidette citochine, la bradichinina, l’istamina. Il Pamiletanolamide è in grado di antagonizzare localmente tali fenomeni, modulando la reazione del mastocita.

Oggigiorno esistono in commercio integratori che contengono tale molecola.

 

 

 

  • Skaper 5., Facci L e Giusti P. Mast cells, glia and neuroinflammation: partners in crine? Immunology 2013;141, 314-327.
  • Desio P. Associazione tra pregabalin e palmitoiletanolamide (PEA) per il trattamento del dolore neuropatico. Pathos 2010; 4:914.
  • Costa B. et al. The endogenous fatty acid amide, palmitoylethanolamide, has anti-aflodynic and arati-hyperalgesic effects in a murane model of neuropathic paia: involvement of CE11, TRPV1 and PPARy receptors and neurotrophic factors. PAIN 2008; 139: 541-550.
  • Skaper S. e Facci L. Mast celi-glia axis in neuroinflammation and therapeutic potential of the anandamide congener palmitoylethanolamide. The Royal Society 2012; 367: 3312-3325.
 
Data pubblicazione: 07 novembre 2015

3 commenti

#1
Foto profilo Dr. Ivanoe Santoro
Dr. Ivanoe Santoro

Personalmente credo utile il prodotto nelle fasi iniziali della sintomatologia, allorquando, cioè, fenomeni come la sensitizzazione centrale e periferica non si siano manifestati in maniera stabile. Vi sono evidenze, infatti, che, a lungo andare, le fibre nervose, in specie quelle derivanti dalle radici anteriori dei nervi spinali, subiscano delle specifiche modifiche ultrastrutturali e microscopiche, perdendo, nel contesto dei fasci assonici, il normale assetto compatto, com'è dimostrato da tecniche che sfruttano il movimento in loco delle molecole d'acqua. Tecniche radiologiche avanzate, quali la tractografia, sono in grado di dimostrare siffatte anomalie di assemblaggio che, quando si siano verificate, spiegano i fallimenti terapeutici a lungo termine con qualsivoglia molecola, anche con quelle che si basano sulla inibizione della degranulazione mastocitaria. Bene l'uso, quindi, di questi integratori, specie nelle fasi iniziali delle malattie che determinano DPC; si spera che ricerche sulle possibilità di riportare alla norma l'ultrastruttura dei fasci assonici nel contesto delle fibre nervose periferiche, possano dare un nuovo impulso a quei casi che, allo stato, appaiono contraddistinti da fallimenti terapeutici a lunga distanza.

#2
Foto profilo Dr. Andrea Militello
Dr. Andrea Militello

Grazie mille per il tuo bellissimo commento , che aggiunge preziose informazioni.

Utilissimo

#3
Foto profilo Utente 351XXX
Utente 351XXX

Buongiorno è incorraggiante quanto scrive il dr. Militello, scoraggainte l'intervento del dottor Santoro. Da diversi mesi vado soggetto a fastidi nella zona perineale, dopo che per tutta l'estate ho patito per fastiti prostatico uretrali. Mi è stato diagnosticato un ipertono bilaterale dell'elevatore dell'ano e dell'otturatore che andrebbero a comprimere le innervazioni periferiche del nervo pudendo. Scarse i nulle finora le cure! Secondo Voi cosa potrei fare? Grazie

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