I farmaci contro i disturbi dell'erezione non aumentano il rischio di avere un melanoma
Un più recente studio sui fattori di rischio che possono determinare l'insorgenza del melanoma è giunto alla conclusione che non esista una relazione tra melanoma e l'assunzione di farmaci per la disfunzione erettile.
A questa conclusione, in controtendenza rispetto ad alcune osservazioni epidemiologiche e cliniche fatte in precedenza da alcuni studiosi della Università di Harvard a Boston, è giunto un gruppo di ricercatori dell’Università svedese di Umeå in collaborazione con altri clinici di Upssala, Lund e New York che ha pubblicato in questi giorni una ricerca su questo tema sul Journal of American Medical Association (JAMA).
Nessuna relazione tra melanoma e Viagra, Cialis e altri farmaci similari
Il lavoro precedente, fatto ad Harvard, indicava come il Sildenafil (più noto come Viagra) fosse un farmaco capace di aumentare il rischio di melanoma maligno, cioè di stimolare la crescita "incontrollata" dei melanociti.
Melanoma cutaneo
L'attuale studio, condotto in territorio svedese, trenta volte più pesante da un punto di vista epidemiologico rispetto a quello americano, ha utilizzato tutti i dati provenienti dallo Swedish Prescribed Drug Register, dallo Swedish Melanoma Register e da altri registri sanitari e banche dati demografici svedesi.
I risultati di questa importante ricerca fortunatamente non confermano alcuna relazione statisticamente significativa tra l’uso degli inibitori delle fosfodiesterasi di tipo V (più noti come Viagra, Cialis e Levitra) e l’aumento del rischio di avere un melanoma cutaneo.
Molecola di Tadalafil (Cialis)
È pur vero che la popolazione che utilizza questi farmaci è in generale una popolazione più ricca, più informata e quindi più attenta anche ai vari problemi della salute: di conseguenza sono anche più frequenti, tra questi uomini, le diagnosi di varie patologie, anche della pelle, melanoma compreso.
L'esposizione al sole il principale fattore di rischio
Inoltre questa popolazione ha, per le caratteristiche socio-culturali esaminate, una maggior tendenza a prendere più sole e quindi più raggi UV rispetto alla popolazione maschile che non consuma questi prodotti: questo fattore “solare” sembra essere il rischio più importante e significativo, cioè quello capace di scatenare un melanoma.
Quindi la protezione dai raggi UV rimane sempre e ancora la vera pietra miliare per evitare un melanoma e poco hanno a che fare con questo grave problema dermatologico i farmaci inibitori delle fosfodiesterasi di tipo V.