DHEA: un farmaco per contrastare l'andropausa
In questi ultimi vent'anni, nel tentativo di ritardare gli effetti negativi che l’età può determinare, superati i 50 anni, numerose strategie e pratiche anti-invecchiamento sono state proposte per fermare o addirittura cercare di invertire questo processo fisiologico, molte volte vissuto come negativo.
Uno dei capisaldi di queste strategie è la terapia ormonale sostitutiva e in questo campo, come spesso succede, le signore sono state le prime e cercare di porvi rimedio.
Negli uomini l’andropausa rimane spesso sottovalutata, sotto-diagnosticata e quindi non trattata.
Entrambi i sessi presentano un declino nella produzione di ormoni, soprattutto nel maschio si ha una lenta diminuzione di tutti gli androgeni e tra questi un'importanza non secondaria l’hanno il testosterone ed il deidroepiandrosterone (DHEA).
Diminuzione della massa magra, della densità minerale ossea, del desiderio sessuale, dell’erezione, invecchiamento della pelle, alterazioni dell’umore e dell’attività intellettuale sono tutti aspetti negativi, legati a questo calo nella produzione di androgeni dovuto all’età.
Diminuzione del testosterone nel sangue con l'età
Tra i vari prodotti ormonali, integratori ed altro, proposti in questo tentativo di attenuare, se non eliminare, i “danni dell’età”, un ruolo interessante sembra svolgerlo il deidroepiandrosterone (DHEA).
Il DHEA è uno steroide, prodotto dalle ghiandole surrenali, che viene trasformato in androgeni ed estrogeni a livello dei suoi organi bersaglio.
A 70 anni i livelli di DHEA sono generalmente diminuiti del 10-20%, questo pro-ormone è fondamentale nel maschio per la sintesi del testosterone, l'ormone “maschile” per eccellenza, e sembra avere anche un ruolo importante nell’aumentare la produzione di ossido nitrico nelle cellule endoteliali che ad esempio caratterizzano i corpi cavernosi del pene; l’ossido nitrico è un elemento determinante per avere una valida rigidità.
Declino del DHEA nel sangue con l'età
Il DHEA inoltre si è visto essere correlato direttamente e positivamente con la massa e la forza muscolare e con la densità minerale ossea, sia negli uomini che nelle donne, mentre bassi livelli di DHEA sono stati associati ad alcuni sintomi che possono caratterizzare una depressione.
Numerosi studi inoltre hanno dimostrato una correlazione tra bassi livelli di DHEA e un più alto rischio per aterosclerosi, insufficienza cardiaca, problematiche cardiovascolari e mortalità in generale. Questo importante pro-ormone infine sembra giocare un ruolo importante per la sessualità di entrambi i generi e in particolare, per il maschio, bassi livelli di DHEA significano elevato rischio di avere un disturbo dell’erezione.
Fatte queste premesse risulta ora decisivo valutare l’utilità e la sicurezza dell’impiego del deidroepiandrosterone nel tentativo di contrastare tutti i problemi clinici visti e legati al fattore età.
Tutti gli studi, condotti sull’uso del DHEA, sembrano confermare gli effetti positivi del suo impiego sulla massa muscolare, sulla densità minerale ossea, sulla pelle, sull’umore e sulla risposta sessuale, sia negli uomini che nelle donne.
Effetti collaterali segnalati sono: lieve acne, seborrea, peli sul viso (nelle signore), gonfiori alle caviglie; nessun effetto collaterale significativo viene invece indicato a livello oncologico, come il cancro al seno e alla prostata.
A tutti questi elementi positivi una criticità deve essere comunque segnalata e questa è relativa al fatto che gli studi citati hanno durate di valutazione che non superano i due anni e quindi non esistono dati clinici che riguardano la sicurezza dell’uso del DHEA sulla lunga distanza.
Negli Stati Uniti il deidroepiandrosterone viene venduto come integratore alimentare, si trova in tutti i supermercati e si può quindi acquistare liberamente, in Europa la situazione invece è diversa: in alcuni Paesi il DHEA è vietato, ad esempio in Francia mentre in altri Stati europei è soggetto a prescrizione medica, come in Italia e nella vicina Svizzera, ma si trova in farmacia e solo come preparazione galenica.
Come si può intuire, da quello che si è scritto, il DHEA sembra essere una promettente soluzione contro alcuni problemi legati all’età, ma non va considerato come la nuova “fontana della giovinezza” dato che esistono ancora incertezze per quanto riguarda soprattutto la sicurezza e la sua efficacia nel suo utilizzo a lungo termine.
Lavori da consultare:
- Reiter WJ, Pycha A, Schatzl G, et al. Dehydroepiandrosterone in the treatment of erectile dysfunction: a prospective, double-blind, randomized, placebo-controlled study. Urology. 1999;53:590–594. [PubMed]
- Legrain S, Massien C, Lahlou N, et al. Dehydroepiandrosterone replacement administration: pharmacokinetic and pharmacodynamic studies in healthy elderly subjects. J Clin Endocrinol Metab.2000;85:3208–3217. [PubMed]
- Traish AM, Kang HP, Saad F, Guay AT. Dehydroepiandrosterone (DHEA): a precursor steroid or an active hormone in human physiology. J Sex Med. 2011;8:2960–2982. [PubMed]
- Nair KS, Rizza RA, O’Brien P, et al. DHEA in elderly women and DHEA or testosterone in elderly men. N Engl J Med. 2006;355:1647–1659. [PubMed]
Altre informazioni:
- www.medicitalia.it/giovanniberetta/news/3827/L-andropausa-cosa-fare
- www.medicitalia.it/minforma/andrologia/229/la-menopausa-dell-uomo-esiste-l-andropausa.html
- www.medicitalia.it/elisabettachelo/news/2297/Il-DHEA-una-speranza-per-donne-con-ridotta-riserva-ovarica