Perché i medici si arrabbiano quando il paziente ribatte: “ho letto su internet”

giorgiocavallini
Dr. Giorgio Cavallini Iscritto decedutoChirurgo generale, Andrologo, Urologo

"L'ho letto su internet..." visto dalla parte del medico (che oltretutto scrive sul web!)

Fatto salvo il diritto di sapere, oggi mi sono arrabbiato per il motivo di cui sopra. Ed ho riflettuto sul perché è accaduto.

I medici studiano su libri e su riviste cartacei ed on line, che costano, che vanno scelti accuratamente, pensati e valutati. Per loro la cultura è fin da subito una presa di responsabilità, una scelta, una possibilità di errore, una esposizione (si sceglie un indirizzo piuttosto che un altro). Pertanto la cultura del medico è metamorfica: un medico acculturandosi si modifica.

Il pubblico legge su internet, ove basta un “click” o digitare una parola chiave per avere gratuitamente tutte le notizie che si vuole. Nessuna responsabilità, nessuna scelta, nessuna esposizione, nessun rischio: la cultura in questo caso è protesica: una protesi messa lì, appiccicata in qualche modo con uno sciame di “click” e di “bites”.

Abbiamo pertanto una cultura plastica (quella medica) ed una rigida (quella internettiana), una cultura vissuta (quella medica) ed una nozionistica (quella internettiana), una cultura ad alto investimento (quella medica) ed una costo zero (quella internettiana). Costo esistenziale, non di danaro, ovvio.

Purtroppo queste differenze non sono note al pubblico che naviga su internet.

Ed ovvio allora lo scontro.

 

Bibliografia:

1) Mie idee mentre la segretaria mi portava una camomilla.

 

Data pubblicazione: 08 agosto 2013

81 commenti

#2
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Dr. Paolo Piana

Analisi acuta ed intelligente del fenomeno, che ci coinvolge con intensità esponenziale. Colmato quindi lo squilibrio informativo (non culturale ...), resta sempre dalla parte del medico la necessità di esprimere l'atto professionale, vuoi operativo, vuoi prescrittivo. Questo deve oggi manifestarsi seguendo i criteri della massima evidenza ed appropriatezza clinica. Questo significa che ogni professionista deve sapersi ritagliare un ambito di competenze entro le quali è certo di poter rendere la prestazione migliore possibile. E' finito il tempo dei "tuttologi" (?)

#5
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Dr. Luigi Grosso

Ottimo commento caro Paolo ... condivido in pieno.. ^__^

#6
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Dr. Giovanni Beretta

Cari tutti,
ottime le osservazioni di Paolo e le riflessioni di Giorgio e poi ancora aggiungo che la cultura internettiana è sì rigida, nozionistica e a costo zero ma anche "complessa e contradditoria", soprattutto per chi non ha basi scientifiche,e questo è un altro motivo di "incontro-scontro" con gli attuali pazienti che spesso non sono più "pazienti".
Altro litro di camomilla!!

#7
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Dr. Giuseppe Santonocito

Caro Giorgio, hai ragione e nel nostro campo è ancora peggio. Invece di dirci: "L'ho letto su internet" ci chiedono: "Perché non può curarmi attraverso internet?"

Come ha detto qualcuno: internet è così grande, così potente e così inutile che per alcuni è un sostituto completo della vita.

Cari saluti


#11
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Utente 258XXX

Pazienti "pazienti" o "passivi" con una comunicazione unidirezionale con il Medico sorgente e il paziente ricevente?
E se dopo ho letto su internet il paziente avesse aggiunto su MI ho letto un Minforma, Articolo, Blog o ho ricevuto la risposta a un mio consulto da parte del Dr. Giorgio Cavallini, del Dr. Paolo Piana, del Dr. Luigi Grosso, del Dr.Giovanni Berretta, del Dr.Giuseppe Santonocito .... magari si sta comunicando una prognosi infausta o la necessità di un intervento per il quale non è "garantita" la soppravvivenza ...
magari il paziente non vi ha comunicato che è un collega medico o è una persona adeguatamente acculturata che ha accesso agli stessi siti da Voi visitati ....

#13
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Dr. Giuseppe Santonocito

@ Utente 258701:

In genere succede il contrario: "Ho letto un suo articolo su internet e così ho deciso di venire da lei".

Comunque, senza voler interpretare troppo il senso dell'articolo dell'amico Cavallini, credo volesse dire più o meno questo: "Ho studiato una vita per imparare quello che so. Anch'io uso internet e quindi conosco le novità nel mio campo. Tu, paziente, sei venuto da me per un parere specialistico(oltretutto spendendo dei soldi). Io te lo do e tu, invece di fidarti di quello che ti dico ribatti: 'Ah, ma io su internet ho letto questo'".

Facendo questo confronto si mostra di non capire che su internet si può trovare tutto e il contrario di tutto. Informarsi su internet a volte è come tentare di abbeverarsi all'idrante dei pompieri.

E ANCHE quando le informazioni reperite sono corrette, esiste il problema della diagnosi, ossia di capire se quelle informazioni sono APPLICABILI o meno al caso specifico. Questo non può farlo internet e non si può fare attraverso internet. Ecco perché la visita di persona non può essere sostituita dalle ricerche fatte in proprio.

>>> magari il paziente non vi ha comunicato che è un collega medico
>>>

È molto improbabile, ma se succedesse sarebbe un po' paranoico! ^_____^


#15
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Utente 315XXX

Fino a qualche anno fa il medico era la persona sapiente depositaria della scianza medica e sostanzialmente infallibile. Le sue parole erano recepite dai pazienti come quelle di un oracolo.

Oggi si è consapevoli che i medici pur avendo studiato non sono infallibili, che il delicato percorso di formazione ed aggiornamento che Lei descrive può portare il medico a seguire metodologie che sia adattano meno di altre al proprio specifico caso, per non parlare dell'inevitabile fallacia dell'uomo.

Non credo siano molte le persone convinte che internet abbia ragione, ma la consapevolezza della fallibilità del medico può portare il paziente a cercare un contradittorio per costruire quella fiducia che non si può più basare sul semplice status di "Dottore".

#16
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Dr. Giuseppe Santonocito

@Utente 315467:

Però, mi scusi, perché parla di contraddittorio? Il rapporto medico (psicologo) - paziente non è un processo o un dibattito dove si deve appurare chi dei due abbia ragione. È un rapporto in cui si presume che uno dei due DEBBA saperne più dell'altro, altrimenti non avrebbe senso andarci. È proprio perché presumo che lo specialista ne sappia più di me, che decido di andarci.

Una volta, come dice lei, il dottore era il dotto per antonomasia, colui davanti al quale inchinarsi perché depositario della Scienza. Oggi ciò che è cambiato è solo internet, che dà alla gente l'ILLUSIONE di essere più informata, ma molte volte non è così. C'è differenza fra credere di sapere una cosa e saperla davvero. Purtroppo è un'illusione dalla quale nessun essere umano è immune, nemmeno chi ha studiato. Se non altro, però, chi ha studiato ha qualche piccola probabilità in meno di cascarci. E questo va a tutto vantaggio del paziente.

Io credo che ciò di cui parla lei, quando dice di costruire una fiducia, non risieda tanto nel riconoscere che il paziente ne sa quanto il medico, ma semmai nell'umiltà del medico di ammettere senza problemi che potrebbe anche sbagliarsi. Ma questo non ha nulla a che vedere con internet.

#19
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Utente 304XXX

Questa e una delle analisi piu arroganti che abbia mai letto. Il fatto che "I medici studiano su libri e su riviste cartacei ed on line, che costano, che vanno scelti accuratamente, pensati e valutati" non vuol dire che il paziente non abbia diritto a) di informarsi attraverso qualsiasi mezzo e b) di avere un confronto chiaro ed aperto con il proprio medico. Io leggo moltissimo su internet (ed altrove) e ritengo che prepararsi prima di affrontare qualsiasi argomento con un medico sia molto importante. A sua volta, il medico dovrebbe apprezzare il desiderio del paziente di conoscere la sua condizione a fondo e dovrebbe essere disposto a rispondere con calma, pazienza e professionalita a qualsiasi domanda che il paziente gli porga. Io mi sono trovato piu di una volta a parlare con medici che si rifiutavano di farmi far domande e quando rispondevano lo facevano con superficialita e distacco. Credo che in fondo, la 'responsabilita' finale sia del paziente e non del medico. La vita e mia e lasciarla in mano ad un medico senza avere la possibilita di informarmi e di confrontarmi con lui non e solo sbagliato ma anche irresponsabile.

#20
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Utente 105XXX

Concordo con l'utente 304765. Non avrei perso tempo (6 anni) e denaro con medici (11 per l'esattezza) incompetenti e/o indifferenti al mio problema.. Ho capito tramite internet il quanto sono stata fregata e.... bastava meno arroganza.

#21
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Dr.ssa Chiara Lestuzzi

@Utente 304765
A me sembra arrogante l'utente che rivendica quello che è ovvio ("la responsabilità finale è del paziente e non del medico"). Infatti il medico consiglia un percorso e/o una terapia che il paziente è libero o no di seguire (e nessun medico andrà a casa sua a controllare che segua le prescrizioni). Addirittura in caso di ricovero ospedaliero chiunque può autodimettersi.
Il paziente è certo libero di informarsi e il medico dovrebbe rispondere a dubbi e domande... ma nei limiti della ragionevolezza.
Un conto è il paziente che dice: "ho letto sul sito del dott. tal dei tali" (e il dott tal dei tali è un professionistya conosciuto e stimato) o "Ho letto sul sito dell' associazione malati di..." (e il sito è il sito ufficiale di un' associazione costituita da medici e malati). Un altro conto è quello che dice: "Ho letto su Internet" senza specificare la fonte.
In altri blog di MI si sono lette fesserie terrificanti che utenti con la sindrtome del so-tutto-io-e-voi-casta-non-mi-fregate hanno scritto, pescando a casaccio su Internet e citando anche articoli scientifici di discutibilissima qualità (esempi? I vaccini causano l'autismo. L' AIDS è stato diffuso con i vaccini. Big Pharma ci sta scientemente avvelenando. )
Ora quando un medico si trova davanti a uno di questi pazienti che lo tempesta di domande e/o non accetta il fatto che lui gli dica "Guardi che questa informazione mi risulta sia sbagliata e/o non adatta al suo caso", dopo un po' si arrabbia. Giustamente. Come io mi arrabbio quando sento pazienti che dopo essere state valutate, studiate a fondo e aver ricevuto un preciso programma terapeutico per il loro tumore tornano dicendo che non vogliono più fare la chemioterapia perché la vicina di casa, la parrucchiera o un' amica della cugina hanno detto che le chemioterapie sono veleni e che è meglio curarsi con la dieta (tutte cose successe, e non una volta sola).
Credo che a QUESTA tipologia di pazienti si riferisse il dott. Cavallini, non a quelli intelligenti e colti.
Dunque: il medico deve rispettare il paziente, la sua cultura e le sue esigenze, ma il paziente deve rispettare il medico e non pretendere di farsi pasasre per il più furbo.
Anche perché se il paziente fa autonomamente quello che ha letto su internet e qualcosa va storto sono fatti suoi. Ma se il medico si presta a fare quello che il paziente gli chiede sulla base di informazioni raccolte su internet e poi succede qualcosa la responsabilità è del medico. (Un esempio? Un paziente chiede insistentemente la prescrizione di un esame -TAC con contrasto, coronarografia, colonscopia o altri esami che hanno un certo rischio- che ritiene a torto necessario; il medico -sfinito- lo accontenta; l'esame ha una complicazione grave. Il medico che ha prescritto un esame inutile diventa perseguibile). Se invece il paziente stressa il medico per mezz'ora contestando le sue opinioni e poi se ne va convinto di avere comunque ragione lui perché "ha letto su internet", alla fine hanno perso tempo tutti e due.

#22
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Dr.ssa Chiara Lestuzzi

@ Utente 105021
Per curiosità: che siontomi aveva e che diagnosi ha scovato da sola su Internet?
Tanto per capire, perché le accuse generiche lasciano il tempo che trovano.

#23
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Utente 304XXX

@Dr. Chiara Lestuzzi - senza voler entrare in polemica (io non ho detto che il Dr. Cavallini sia ignorante, ma la sua analisi secondo me lo e) e vero che io rivendico cio che e ovvio ma purtroppo molto spesso mi e capitato di parlare con medici che mettono il loro profilo professionale al di sopra delle necessita del paziente. E anche vero che ci sono dei pazienti rompiscatole (come quello da lei sopra-citato) ma TUTTI noi siamo molto rompiscatole quando stiamo male, ci sentiamo deboli e totalmente disperati ed affranti da malattie che non possiamo controllare. Il medico dovrebbe capire la situazione sia fisica che emotiva del paziente e dall'alto della sua esperienza, dovrebbe fare tutto cio che e possibile per educare il paziente a riguardo del tipo di terapia che sta consigliando, delle ragioni, dei benefici e dei rischi, e possibilmente dovrebbe discutere anche dell'alternative, sempre lasciando la possibilita al paziente di fare domande (anche se queste possano apparire stupide o campate in aria.) Purtroppo molte volte cio non accade, il medico e approssimativo ed arrogante nel suo approccio e tratta il paziente come se fosse un bimbo incapace di intendere. Questo purtroppo e un fenomeno mondiale - l'ho visto in italia, in america, in messico ed in inghilterra. Non e poi cosi sorprendente se il paziente si aggrappa al web per capire cio che sta succedendo. Se l'approcio del medico fosse piu 'disponibile' allora e possibile che il paziente avrebbe meno sfiducia e meno necessita di appoggiarsi al web.

#24
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Utente 105XXX

Anche commenti generici rispetto ai pazienti che utilizzano internet lasciano il tempo che trova.. Il 12^ medico e' stato quello competente che ha capito il problema ed io non mi sono fatta autodiagnosi ma, informata sul problema, ho potuto fare delle domande e principalmente essere ascoltata. L'utente 304765 ha detto tutto... Purtroppo e' un fenomeno mondiale.

#25
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Utente 314XXX

In diversi commenti si leggono a mio avviso nemmeno troppo tra le righe l'arroganza e l'arroccamento in posizioni di conservazione, difesa e/o tutela. Comprensibilissime. Di fatto sono confronti che ritengo lasceranno a breve il tempo che trovano. Il web diventa parte integrate della vita sociale e ne modifica anche profondamente i tessuti e le dinamiche. Che piaccia o meno. E, come tutti gli strumenti, è utile a prescindere. Ad maiora.
P.S. Solitamente ho trovato ben più acrobatici ed esemplificativi alcuni contraddittori tra medico e medico, piuttosto che tra medico (mederi/curare) e paziente (pati/soffrire).

#26
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Dr.ssa Chiara Lestuzzi

Io sottoscrivo pienamente quello che ha detto il dott. Santonocito. Anche noi usiamo internet, che è sicuramente utile a prescindere.
Ma su internet si trova di tutto e il contrario di tutto, e il medico -con il suo bagaglio culturale- quando lo usa (e io lo faccio tutti i giorni) ha un' arma in più rispetto al "laico": la maggior capacità di separare il grano dal loglio.
Ci sono medici arroganti e presuntuosi? Certo! Ne ho conosciuti tanti anche io: colleghi e anche medici di cui io ero la paziente. Ma -riconosciuta la caratteristica- basta cercare qualcun altro più aperto e disponibile (escluso lo sciagurato caso del pronto soccorso o del ricovero urgente).
Io lavoro (in ospedale) da >30 anni e forse ho una visione un po' più globale di un paziente che ha avuto 4 o 5 malattie conosciuto al massimo qualche decina di medici.
Ebbene: pazienti arroganti supponenti ce ne sono, forse in percentuale pari o forse inferiore a quella dei medici con le stesse caratteristiche.
Il problema è che se vengono in ambulatorio con la loro brava impegnativa io sono obbligata a occuparmi di loro anche se mi trattano male, mi dicono chiaramente che non si fidano ecc. ecc.
(E sì che io sono una molto aperta e disponibile, non critico terapie che magari non condivido ma che male non fanno e che il paziente trova benefiche.)

Certo, potrei dire loro "Questo è il mio consiglio; se le sta bene lo segua, se no faccia quello che vuole ma non torni qui a rompere le scatole". Qualche volta (non alla prima visita, ma dopo un tot di consigli disattesi, lo faccio -anche se con parole più diplomatiche. Come ho fatto a un paziente già infartuato, che non prendeva i farmaci per il colesterolo prescritti "perché costavano troppo" e in compenso spendeva molto di più continuando a fumare come una ciminiera. Al terzo arrivo in pronto soccorso con l'angina gli ho chiesto -se voleva continuare a farsi del male- di andare in qualche altro ospedale. Ma in certi casi la mia coscienza mi impone di insistere, perché so che quando il paziente capirà di aver sbagliato sarà tardi per rimediare.

Lavorando in un centro oncologico, vedo troppi casi come quello che ho citato sopra (NB: io faccio la cardiologa, quindi non è un' offesa a me personalmente il fatto che la paziente rifiuti una chemioterapia perché istigata dalla parrucchiera; è un'offesa al buon senso).
Soprattutto, anche se il mio stipendio arriva comunque alla fine del mese, trovo frustrante perdere tempo con pazienti che della mia consulenza se ne fanno un baffo, mentre potrei più utilmente dedicarlo a chi si lascia aiutare.

#28
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Utente 304XXX

@Dr. Chiara Lestuzzi Come ha ben detto lei, ci sono pazienti rompiscatole ma anche medici presuntuosi ed arroganti. Quindi alla domanda "perche i medici si arrabbiano..." si dovrebbe fornire una risposta piu attenta e completa e non dare al paziente la colpa di un problema che potrebbe anche essere una conseguenza di un comportamento non proprio esemplare da una parte del medico stesso.

#29
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Dr.ssa Chiara Lestuzzi

Se il medico è presuntuoso e arrogante, basta rivolgersi a un altro medico. Non ha senso tornare da quello dicendo "Ho letto su Internet".
Il dott.Cavallini ha fatto delle considerazioni su un' esperienza personale che è comune a molti medici (me inclusa) che NON sono supponenti, arroganti, apodittici. E giustamente nota:

"Abbiamo pertanto una cultura plastica (quella medica) ed una rigida (quella internettiana), una cultura vissuta (quella medica) ed una nozionistica (quella internettiana), una cultura ad alto investimento (quella medica) ed una costo zero (quella internettiana). Costo esistenziale, non di danaro, ovvio.

Purtroppo queste differenze non sono note al pubblico di naviga su internet."

Questo è il succo del discorso, non che ci siano medici che sbagliano e che -di questi- ce ne siano alcuni non disposti ad ammetterlo.

#30
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Utente 304XXX

@Dr. Chiara Lestuzzi Non credo che le abbia capito molto bene il mio discorso. Se un paziente ha avuto un esperienza negativa con un medico arrogante e presuntuoso e molto probabile che alla prossima visita medica (che sia con lo stesso medico o no) il paziente arrivi un po piu preparato. Che la "preparazione" venga da internet o meno e irrilevante. Quindi dire 'ho letto su internet" puo essere un affermazione utile e anche molto valida. Come ben sapra, e vero che su internet ci sono molto stupidate ma ci sono anche informazione incredibilmente utili. Vorrei anche farle notare che il 70% della popolazione dei paesi sviluppati naviga su internet ed e possibile che almeno alcuni di essi capiscano le differenze alle quali lei si riferisce (a meno che lei pensi che la mia conoscenza provenga solo attraverso l'internet, in tal caso la situazione e ancora piu seria.)

#31
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Utente 315XXX

Prima dell'era del Web per accedere a informazione specializzata bisognava o conoscere ad un esperto dell'area o avere una biblioteca especializzata, adesso, non piu. Dall'altro e vero che i comunicati stampa(immagino sia a quello che si riferisce l'autore dell'articolo) dicono solo parte dell'rinformazione e nei peggior dei casi solo l'interpretazione da chi ha scritto la nota informativa(chi sa se ha la conoscenza tecnica per farlo o e veramente aggiornato sulle ricerce che butano via "agiornano" le vecchie conoscenze). Per esempio per capire cosa e il CB1 e CB2 bisogna studiare un bel po' e ancora di piu per spiegarlo a qualcun altro, nell'universitá uno é obbligato a saperlo; e como attivitá di "ozio" e coon sforzo uno lo puó anche sapere vero? Lo dico per esperienza. Nella magior parte dei casi bisogna che il medico sia veramente umile per riconoscelo

#32
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Dr. Giampiero Griselli

Cercherei di cogliere la provocazione alla discussione gettata sul campo dal collega, e ragionare per schemi generali. Lascerei da parte il caso personale per il momento.
Anche i medici certamente consultano internet quando devono interagire con l'architetto che gli sta ristrutturando la casa , con il meccanico che ripara l'auto, magari anche con il giardiniere che gli sistema il pratino.
Non c'è nulla di male , a mio parere.
Senz'altro meglio di andare in biblioteca a consultare vecchie enciclopedie!
Il fatto è che le conoscenze hanno di regola bisogno di una base culturale.
Per esempio non credo che si possa studiare direttamente integrali e derivate se non si hanno basi matematiche, ed allo stesso modo le cliniche vengono impartite nel corso di studio della facoltà di medicina dopo estenuanti studi di biologia, chimica, biochimica , fisiologia.
In parole è senz'altro vero che una divulgazione è fruibile alla grande massa , ma un concetto scientifico, senza basi, è incongruo...

#33
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Dr.ssa Chiara Lestuzzi

@Utente 304765
Dire "ho letto su internet" è una stupidaggine, come (anzi peggio che) dire "ho sentito alla radio" (Radio1? Radio 24? Radio Radicale? Radio Maria? Radio Padania?) o "HO letto sul giornale" (Corriere? Libero? Il Fatto? Repubblica? New York times? Il giornale parrocchiale?).
Internet è un contenitore di milioni di cose. Chi si informa davvero seriamente non dice "ho lettoi su Internet" ma "ho letto nel sito tal dei tali" o "HO scaricato un articolo pubblicato sul NEJM". Per valutare la validità di un' informazione bisogna poter vedere la fonte e leggere con attenzione. C'è tanta spazzatura anche nella letteratura scientifica, a ogni articolo che dice A possono corrispondere altri che dicono non-A.
Non basta saper navigare su internet per capire l'affidabilità di affermazioni in medicina. Spesso non basta neanche essere medici.

#35
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Dr.ssa Chiara Lestuzzi

Scrivevamo in contemporanea e il dott. Griselli ha espresso in modo chiarissimo quello che è anche il mio pensiero.Sottoscrivo.

#36
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Utente 315XXX

Per Chiara Lestuzzi.
Per smascherare le bugie (scientifiche ma non solo, anche storiche, ec) sul web bisogna sapere le basi sulle quali sono state fondate. Nel caso medico bisogna sapere chimica, biochimica, fisiologia ma e molto improbabile che il 99% dei pazienti di un medico possano smascherare quello che indica comunicato stampa sui risultati di una ricerca medica. Ma forze 1% puó metersi a studiare prima chimica poi fisiologia poi biochimica per capire che cos'é poi chiedere a diversi esperti(quelli che ti rispondono) e possibilmente si ha una risposta. Poi ci sono li articoli scientifica pubblicati per ricercatori delle stesse ditte farmaceutiche che dicono va tutto bene e i ricercatori del governo e indipendenti dicono che non e vero (esempio la proibizione dell'aspartame che EFSA non vuol fare).
E si, ci vuole tempo, conoscenza per capire un paper del Cancer Research o del Br. J. Cancer. Questi paper si trovano liberamente sul web. Per umiltá non solo applica ai medici ma a tutte le persone. Personalmente, ad un diretore scientifico di un centro di ricerca nel nord ovest ho chiesto che mi dicesse i motivi per i quali certi metodi scientifici non convenzionali ma scientifici venivano scartati e si é arrabiato e mi ha cacciato via....ho chiesto diverse volte una intervista istituzionale, ma nessuno mi risponde.

#37
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Utente 314XXX

Alcuni medici continueranno loro malgrado a sentirsi dire: 'Ho letto su internet...'. Forse meglio ci facciano l'abitudine. Si risparmieranno tanti mal di testa e troppi contraddittori. Molti medici, invece, come i vecchi compagni di liceo e gli attuali amici che frequento in ambito extraprofessionale, mai si sono fatti anche solo un problema nel sentirsi dire: 'Ho letto su internet'. Mah, sarà una questione generazionale. Non credo si siano mai sentiti minacciati dai nuovi strumenti di informazione e dall'uso anche improprio che se ne può fare. Al massimo spenderanno qualche minuto in più per confermare diagnosi e terapie a chi solleva perplessità. Difficile comprendere la posizione irremovibile di chi condanna le dinamiche tese al tentativo di sanare le lacune di una materia che non si conosce, e solo parallele a una consulenza medica. Si rischia di captare silente il sentore di atteggiamenti un po' démodé dei dotti dei bei tempi andati, che parlando sentenziavano. Forse la comunicazione sfuma anche nei suggerimenti e non solo nei dettami, confonde i propri contorni con un dialogo motivato anche da uno scambio e non solo da un codice. Ad eleggersi contemporaneamente giudice e giuria c'è sempre tempo: è sufficiente portar pazienza, e mettersi in fila.

#38
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Dr. Giampiero Griselli

Ovviamente tutto dipende dal contesto e da come viene gestito il rapporto medico-paziente. Già nel fatto che il paziente addiviene ad un medico, prenotando la visita , pagandola, e ricevendone diagnosi e terapie vi è una forma contrattuale, nel senso di affidarsi per un parere superiore. Certo , l'utente che dice-Beh, si può studiare chimica , fisica , biochimica , fisiologia, cliniche, etc....- si rende equivalente ad una laureato in medicina di fatto, quindi... rapporto tra colleghi!(!)
Tenga presente che prima mi capitava...il paziente che mi portava il numero della rivista di salute o di bellezza, come quello che aveva il ritaglio del quotidiano!Ma difficilmente questo può spostare qualcosa nel meccanismo metodologico o diagnostico terapeutico del medico, se questo è già attento e competente. Se il discorso è di aiutare quelli incompetenti...o di scovarli, la cosa sembra ancora più risibile.
Difatti l'accesso indiscriminato ad una messe di dati può essere un bene, come anche un male alcune volte."le dinamiche tese al tentativo di sanare le lacune di una materia che non si conosce, e solo parallele a una consulenza medica" intese come dubbi, curiosità , interrogativi le saniamo tutti i giorni , sul sito come parlando con i pazienti.
Il medico che fa bene il suo lavoro spiega già al paziente , e già sana i dubbi e le richieste.
Ma deve anche essere direttivo, entro certi limiti.
In tutti i campi professionali vale questo , comunque.

#39
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Dr. Giorgio Cavallini

Bah vedo che queste quattro righe hanno avuto il potere di scatenare aggressività, mi sono preso dell' arrogante, del sapientone, del secchione, del dittatore.
Vedono cari utenti: come padrone del blog potrei far sparire i vostri commenti cliccando, ma li ho lasciati.
Per tre motivi:
1) Affinchè chiunque li legga capisca che noi nel nostro lavoro e in questo blog ci mettiamo la faccia con nome e cognome, e loro sono accuratmente protetti da anonimato e mettete qua solo numero. 2) affichè chiunque li legga capisca quanta buona fede sta nel nostro modo di fare, e quanta aggressività sta nelle vostre risposte: qualcuno si è tirato la zappa sui piedi.
3) affinche si goda il resto, che penso sarà ben nutrito.
Un caro saluto a tutti, da un medico che si accoltura ben sapendo che è dfallibile. Se no non studierei.

#40
Foto profilo Dr.ssa Chiara Lestuzzi
Dr.ssa Chiara Lestuzzi

Ho ricevuto una mail privata da un collega di MI che ha dei blog molto frequentati da pazienti in un dinamico contraddittorio.
Il collega mi ha educatamente contestato il fatto che in questa discussione ribadisco un ingiustificato atteggiamento paternalistico dei medici.
Mi spiace di essere stata fraintesa: ripeto, per chiarezza, che contesto NON la ricerca di informazioni su Internet e la proposta di discussione con il medico, ma la vaghezza della descrizione della fonte.
Se uno mi dice "Ho letto sul sito del dott. Cecchini questo e quest' altro" io posso andare sul sito, verificare se il paziente riferisce esattamente quello che ha letto (può anche aver capito male) e dire se sono d'accordo o no e -se no- perché. Se mi dice "Ho letto sul sito del dott. Hamer..." io -che so già chi è il soggetto e il valore scientifico delle sue teorie- gli posso rispondere tranquillamente che il dott. Hamer è psichicamente labile, che propugna teorie strampalate e con buona ragione è stato espulso dall' attività clinica, e troncare subito. Se mi dice "ho letto su Internet" mi mette in una situazione di disagio perché dovrei confronatrmi con un' entità anonima.
Un giorno una mia paziente con atteggiamento timoroso mi ha portato una settimanale dove un medico sportivo riferiva del successo terapeutico di un' integrazione di magnesio e potassio in un caso di aritmie ventricolari in un giovane atleta. La nipote della paziente era stata escluisa dall'attività sportiva per la stessa ragione. L'avevo già visitata accuratamente, le avevo fatto diversi esami, l'avevo mandata in consulenza da un esperto aritmologo e non era stata trovata una soluzione. La nonna mi chiedeva se fosse il caso di provare gli integratori, ma temeva che mi offendessi. Ora, non ci sono dati in letteratura che dimostrino l'efficacia di questo approccio (in assenza di carenze), per cui né io né l'aritmologo li avevamo prescritti. Ma -a richiesta precisa- io ho detto "Perché non provare? Male non le farà". In effetti la ragazzina è andata meglio, anche se non è guarita.
Su molte riviste e su molti siti si fa ottima divulgazione; quindi il problema non è Internet, ma l'affidabilità dei siti che ci si trovano. Se un paziente mi riporta un' affermazione trovata in un sito che so affidabile, la considero senza bisogno di verificare di persona l'attendibilità di quella specifica affermazione. Se mi dice che l'ha trovata sul sito di Beppe Grillo di base diffido fino a prova contraria. Se mi dice solo "Internet"... beh, in linea di massima sono scettica.

#41
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Dr. Maurizio Cecchini

Gentile utente n 314291 la cosa è molto semplice: si curi da solo. E curi anche i suoi parenti da solo ed anche i suoi amici, li curi da solo.
Basta che lei vada su internet e faccia diagnosi e terapia. Tutto qui.
Un gioco da ragazzi. Ha ragone
Arrivederci

#44
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Dr. Giorgio Cavallini

Cari tutti,

bisogna capire subito: il problema non è fare i medici, è ESSERE MEDICI. E la cultura serve a questo a ESSERE, paternalistici o meno, ognuno ha il suo carattere.

#45
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Utente 314XXX

Egr. Dr. Maurizio Cecchini, trovo poche parole per esprimere l'apprezzamento per le sue argomentazioni. La ringrazio per il consiglio e l'augurio porti, che coinvolgono me, i miei cari e i miei amici.

#46
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Dr. Fernando Bellizzi

Prima una risposta generale.

E dove lasciamo l'Enciclopedia Medica, o i vari programmi tipo Medicina 33? Il paziente si è sempre informato: prima erano i pazienti di un certo livello culturale\economico. Oggi internet è invece alla portata di tutti.
Informarsi serve a controllare l'ansia per alcuni, per altri l'aumenta.

Poi c'è un altro fattore non indifferente.

La personalità del medico, ovvero, Pincopallo che *fa* il medico.

Se Pincopallo *è* medico, allora siamo davanti ad un elemento identitario. Questo è un dettaglio non da poco nel comprendere la reazione della persona davanti alla fatidica frase "l'ho letto su internet".

Personalmente quando arrivano persone che mi dicono la *fatidica frase*, trovo questo un ottimo inizio per ascoltare il paziente e per capire cosa ha attirato la sua attenzione e cosa i suoi filtri personali hanno trattenuto.

Adesso una risposta su alcuni punti.

Io non so se il paziente sia in grado di valutare l'attendibilità del sito che frequenta, ma, ad esempio, so che in USA (coloro che hanno inventato internet e che lo usano da più tempo di noi) il medico parte dal presupposto che il paziente abbia letto su internet, e non solo non si sente minacciato, ma la maggior parte delle strutture offre un sito con le informazioni sulle patologie e sulla cura.
Diverse strutture USA ad esempio forniscono degli opuscoli informativi, proprio perchè sanno che il paziente *è avido d'informazioni*.

Poi se la questione è se il paziente venga percepito arrogante o meno, si senta quasi medico o meno, beh, credo che sia dovuto ad una poca conoscenza di *strategie di comunicazione medico paziente*. E sottolineo medico -> paziente, dato che il medico, deve essere professionale, il paziente deve essere solo paziente, ed è reponsabilità del medico accogliere il paziente con i suoi pregi e difetti (ivi incluso quello d'informarsi, quello di essere arrogante, quello di non aver fatto corsi di comunicazione efficace con il personale medico - in sintesi, psicologia del paziente). ;)

E se la frase fatidica viene *percepita come una minaccia o come un'offesa*, questa è un'informazione sul medico, non sulla frase! ;)

#47
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Dr. Giorgio Cavallini

Utente 314291: vede lei ha male interpretato un invito del dr. Cecchini, prendedolo con vittimismo.

Bellizzi, non ho capito granchè che son dottore non psico. Comunque
"Diverse strutture USA ad esempio forniscono degli opuscoli informativi, proprio perchè sanno che il paziente *è avido d'informazioni*"
Ti dico che la carta dei servizi è obbligatoria in italia, il cui serviszio sanitario è secondo nel mondo solo a quello svizzero.

#48
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Utente 315XXX

Quandto trova una notizia su medicina prima vado sul sito in inglese e da li vado direttamente al paper pubblicato per vedere se quella prima fonte concordi con quest'ultima, e cercar di capirlo. Nel caso di una malatia sempre la ricerca é a posteriori, principalmene per vedere ci sono degli effetti secondari non considerati, o non aggiornati, del medicamento prescrito.
Con i medici, e amici medici, sempre cerco un raporto costruttivo per risolvere i dubbi sulle ricerche che faccio.
Ognitanto vado anche dal medico per problemi di salute, finalmente ho trovato un medico di famiglia dove c'e un rapporto ottimo,costruttivo.
Adesso siamo nell'era del WEB e bisogna adattarsi. Per la ricerca scientifica questo é la miglior cosa che poteva succedere.
Grazie a tutti per questa oppportunitá, e buona giornata!

#49
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Utente 314XXX

Egr. Dr. Giorgio Cavallini, apprezzo il tentativo. Alcune parole non danno purtroppo adito ad articolate interpretazioni. E tratteggiano una realtà da cui io prenderei volentieri le distanze. E il vittimismo che percepisco dalla lettura dei commenti è solo quello legato allo sconforto di alcuni medici nel loro approccio con un paziente reo confesso di utilizzare il web non secondo meccaniche dogmatiche. Certo che il commento del Dr. Fernando Bellizzi è una boccata d'aria fresca.

#50
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Ex utente

Dr Cavallini, capisco il suo sfogo, ma parlare di scontro mi pare eccessivo. Certo dipende dal paziente: se fossi medico e un mio paziente mi ribattesse in continuazione le sue tesi estrapolate da internet, anch'io perderei la calma. Tuttavia, se un paziente si dimostrasse consapevole e informato non mi dispiacerebbe. In effetti ho conosciuto medici molto protervi, che sapevano tutto loro e il paziente doveva solo subire "la cura". Che poi il paziente intelligente la cura la subisce, ma spesso vuole essere anche rassicurato e messo al corrente. Il sapere è ormai diffusissimo con Internet; è un sapere limitato, ma rispetto ad un tempo è un altro mondo. I medici devono farci i conti, senza arrabbiarsi. Arrivare allo scontro col paziente solo perchè si mostra una o due volte critico mi sembra indice di insicurezza. Certo poi ci sono i pazienti arroganti e saccenti (che poi invece sono ignoranti) e sono un problema e con tali persone forse vale la pena arrabbiarsi. Infine c'è un aspetto: il paziente paga spesso per curarsi e, giustamente, non vuole buttare soldi e tempo. Deve capire se ha scelto il medico e la cura giusti e spesso lo fa informandosi tramite internet: è un suo sacrosanto diritto!

#51
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Allergologo

Ritengo che il problema non stia in internet come contenitore di anti-scienza oltre che di scienza, o nella popolazione dei pazienti, o dei medici, ma piuttosto nella combinazione di quel particolare paziente (con la sua cultura personale e la sua capacità di analisi) prima con i siti nei quali si imbatte (e le informazioni che ivi reperisce) e poi con la preparazione e la capacità di ascolto+comunicazione del medico che lo visita.
Potrà pertanto accadere di trovare il paziente arrogante così come il medico superficiale (se non addirittura impreparato).
Ma se esiste la volontà di incontrarsi - ed esiste, nel momento in cui il paziente decide di farsi visitare - e se il medico è ben disposto non si verificano mai discussioni spiacevoli:
il medico in fondo deve guadagnarsi la fiducia del paziente ascoltandolo e spiegandogli poi le sue ragioni, che dovrebbero essere quelle dello stato dell'arte; questo processo però richiede tempo e dunque si scontra frontalmente con le necessità dell'azienda-sistemasanitario, che sono quelle di produrre prima prestazioni e poi salute;
il paziente dovrebbe tenere a mente le difficoltà nelle quali il medico esercita la professione (che, oltre a limitare al minimo lo spazio per instaurare il rapporto di fiducia, si riflettono negativamente anche sulle possibilità di aggiornamento).

#52
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Dr. Giorgio Cavallini

I signori utenti considerino che scrivo su internet gratis su questo sito per dare corretta informazione medica, e si consideri anche che il mio blog così inizia: "Fatto salvo il diritto di sapere..."

#54
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Dr. Marco Di Gesù

Dr. Cavallini, apprezzo e condivido il tuo post. Senza entrare nel merito, ha il pregio di spingere in maniera molto pungente alla riflessione su una tematica sempre più attuale. E il fatto che ad avviare tale riflessione siano proprio i medici che hanno deciso di donare la proprie conoscenze tramite questo sito dovrebbe immediatamente palesare ai pazienti-lettori l'assoluta convinzione che internet rappresenta per noi uno strumento pericoloso ma certamente sempre più utile.

#55
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Utente 234XXX

Gentile Dottore, pur comprendendo il suo punto di vista, peraltro molto condivisibile, vorrei dirle una cosa. é vero che i pazienti del "ho letto su internet" aumentano vertiginosamente, ma è anche vero che "paziente bene informato" è meglio di "paziente male informato". Ora vengo al dunque: non credo sia facile distinguere tra il paziente che ha letto su internet la prima voce uscita dal motore di ricerca e ora si crede esperto in materia, e il paziente che ha letto su internet seriamente (ebbene sì, esiste letteratura informatica, gratuita, spesso in lingua inglese, che .. dà una informazione bene o male sufficiente per chi non ha una laurea in mano). Ebbene , io sono il secondo tipo di paziente. Mi è piaciuto molto aver avuto a che fare con quei medici che hanno capito questo, e che l'hanno trovato di stimolo. Non ho affatto apprezzato, invece, quando un paio di questi medici hanno tentato ...volgarmente, di ammazzarmi (il primo volendomi operare di appendicite quando avevo una "semplice" salmonellosi tifoide) e il secondo quando non mi ha voluto somministrare l'eparina a seguito di una ingessatura , che ha poi risultato in 15 giorni di ospedale per tvp al polpaccio sx e due mesi di TAO - e m'è pure andata bene- . Alla mia richiesta dell'eparina, il suddetto mi ha stroncata dicendomi chiaramente "chi è lei? è lei il medico, o sono io?".

Si pensi che nella fattispecie, in quest'ultima occasione, pur sapendo ESATTAMENTE di avere una trombosi, ho dovuto fare la "gnorri", la finta tonta, recarmi al pronto soccorso con aria spaesata e dire HO LA GAMBA GONFIA, DOLORANTE (aggiungendo però CASUALMENTE che non ero in profilassi anti tromboembolica, con il risultato che ho avuto immediato ingresso al p.s.).

Bene, pazienti come me ammetto che ce ne siano sicuramente pochi, che leggono, si informano, si leggono libri interi (pure in inglese), ma voi medici abbiate pietà di noi poveri pazienti: spesso non vi soffermate a spiegare nulla di nulla, sa quante volte mi sono sentita dire: "per il suo ginocchio nessuno potrà mai fare nulla"? circa una decina di volte, prima di arrivare al giusto chirurgo, che senza troppi problemi mi ha detto esattamente come avrebbe affrontato la cosa.
Ma a questo chirurgo non ci sarei mai arrivata se non avessi avuto la pazienza e la costanza di informarmi, leggere e leggere su internet tutto e il contrario di tutto, per arrivare alla conclusione che la soluzione c'era, si trattava solo di trovare chi avrebbe accettato di fornirmela.

Quindi, concludendo: se i pazienti ricorrono sempre più spesso al "l'ho letto su internet" non può forse essere una concomitanza di colpe ? Soprattutto in virtù del fatto che dal mondo dei medici spesso non abbiamo l'attenzione che desidereremmo avere??

Capisco che le condizioni lavorative non sempre siano le migliori, non si abbia tempo a sufficienza per tutti eccetera eccetera, ma mi rendo conto che c'è CHI DA' ATTENZIONE AL PAZIENTE e chi NON LO FA. Quindi poi, non stupitevi se le persone si affidano all'unico mezzo che "pare" dare loro delle risposte.

#56
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Ex utente

I medici, per fortuna pochi e di età avanzata, che si arrabbiano sono quelli che davanti ad un paziente informato si rendono conto che non possono prenderlo alla leggera come invece molto spesso fanno. Molto spesso come pazienti si viene "liquidati" con superficialità perchè tanto pensano "è inutile che io spieghi cose che lui non capirebbe". Questa è la realtà!
Per fortuna oggi c'è internet che da la possibilità a tutti di informarsi, di non brancolare nel buio, di non finire sotto un "macellaio!". Oggi si sceglie il professionista, si discute con lui, si comprende se è un medico aggiornato o uno fermo a nozioni preistoriche imparate magari 40 anni prima da professori universitari ancor più arretrati. Da quanti interventi inutili o poco adatti ci si è salvati grazie alle informazioni prese in internet o dagli utenti che condividono le proprie esperienze su forum? Personalmente potrei citarne svariati di casi, sia personali che di conoscenti che si sono salvati la pelle grazie ad internet, quando nel reale medici incompetenti avevano tolto loro ogni speranza.
E poi non comprendo di cosa ci debba arrabbiare se il paziente viene e ti paga profumatamente. La paura di perderlo? Se sei serio, preparato e aggiornato non avverrà di certo, anzi.
E dei medici che sono qui vogliamo parlarne? Lo fanno per dare aiuto al prossimo, oppure per farsi solo pubblicità a costo zero?
I forum, per chi forse si è avvicinato da poco e per necessità personale, nascono per dare aiuto gratuito, se non sta bene perchè iscriversi? Suvvia siate onesti con voi stessi.
Non solo la classe medica partecipa a forum di supporto, ma lo fanno ancor prima tutte le altre categorie, in primis gli specialisti di informatica e senza arrabbiature o lagnistei. Io stesso da almeno 10 anni partecipo gratuitamente a forum di supporto informatico, aiuto gli utenti meno esperti e senza percepire un centesimo, perchè non mi faccio pubblicità con nome e cognome come invece avviene qui.
Per fortuna la classe medica giovane questo lo capisce...

#57
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Utente 144XXX

Egregio Dottore, ha metà ragione e metà un pò meno. Alla scoperta di un carcinoma al seno, mi è stata spiegata la cosa in "medichese" con conseguenti paure e timori dati dall'ignoranza sull'argomento; su internet ho potuto conoscere, sapere e capire cosa fare per quanto riguarda il "male", ma soprattutto per trovare un senologo ed un chirurgo plastico meravigliosi proprio su questo sito di Medicitalia!!!

#58
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Ex utente

@ Utente 144679

Lei conferma il mio scritto e il Dott. Cavallini lo sa bene, altrimenti non starebbe qui su Medicitalia.

#60
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Ex utente

Non si lamenti quindi...

#61
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Utente 144XXX

Lungi da me dal lamentarmi!! Non mi sono spiegata bene: volevo dire che,se usato in maniera intelligente, internet aiuta, soprattutto in quei casi che i Dottori esigono che si accetti la loro spiegazione, senza porre domande, come degli ebeti. Io sono stata AMPUTATA di un seno e, tramite i miei "studi" su internet, ho scoperto che non era necessario, come poi mi ha dato conferma un oncologo meraviglioso "trovato" proprio su internet. Non tutti (meno male!), ma ci sono parecchi dottori che dovrebbero ritrovare una sana umanità e parlare col cuore alla gente e, forse, non ricorreremmo al computer!!!

#62
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Ex utente

@ Utente 144679

Non era riferito a lei ma a chi si "arrabbia" e poi guarda caso è qui su internet a farsi pubblicità gratuita.

Il suo scritto, che condivido appieno, e l'ho detto anche scritto nel mio commento precedente al suo conferma quello che ho sempre sostenuto: "Per fortuna oggi c'è internet che da la possibilità a tutti di informarsi, di non brancolare nel buio, di non finire sotto un macellaio!"

#65
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Dr. Giorgio Cavallini

Pardon era questo l' utente cui mi riferivo 318375 e ne approffitto per chiedergli la sua lista di pubblivcazioni scientifiche.

#66
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Ex utente

Dr. Cavallini è lei che si lamenta, non io! Lei che si arrabbia se il paziente si documenta e poi viene a citare le sue pubblicazioni? E' un controsenso! Non crede? Lei, come vede, vuole che siano lette le sue pubblicazioni, allora non si lamenti e non sputi nel piatto in cui lei stesso mangia! Perchè lei da internet fa incetta di clienti, ed è giusto che sia. Ma non si lamenti! Legga bene quel che scrive e quello che io ho scritto. Saluti.

#67
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Dr.ssa Chiara Lestuzzi

Rimango strabiliata da questi utenti che prima insultano i medici sul sito e poi cancellano la loro iscrizione... così non è neanche possibile replicare loro.
Mi spiace per il dott. Cavallini, che è stato accusato di utilizzare MI per farsi pubblicità.

#68
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Utente 258XXX

52. Dr. Giorgio Cavallini il 11/08/2013 ha scritto:
I signori utenti considerino che scrivo su internet gratis su questo sito per dare corretta informazione medica, e si consideri anche che il mio blog così inizia: "Fatto salvo il diritto di sapere..."
Dr. Cavallini l'ho considerato, dopo i commenti dell'utente internauta "non più iscritto" comincio a comprendere perchè a volte i medici si arrabbiano!
Buona serata e buon lavoro.

#69
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Dr. Giorgio Cavallini

Caro utente 258701, e cara drssa Lestuzzi,
e che volete mai: ponti d' oro all' inimico che fugge. Grazie di tutto cuore a a voi e saluti cari buonissime cose.

#70
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Utente 141XXX

cari dottori io penso che la gente comune prende di più in considerazione quello che e scritto su internet perché ritengono di essere meglio informati e non come quando si va dai medici i quali in maggior parte sono evasivi e cercano di scaricarti i fretta per essere nella media giornaliera anche se sono pagati ti danno l impressione che parli con un extra terrestre io sono convinto che per una diagnosi abbastanza perfetta bisognerebbe che ci fosse una simbiosi tra le parole del paziente e quelle del dottore io ho letto una bella frase che diceva se un medico non ti ascolta non è perché quello che dici e irrilevante Ma perché ha una visione riduttiva del corpo e della malattia quindi quando il paziente parla di quello che ha letto sulla malattia sta al dottore convincerlo del contrario preferibilmente senza arrabbiarsi saluto a tutto lo staff

#75
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Utente 314XXX

Utente 353997, io mi sento sicuro che quanto in cappello a questa discussione sia una provocazione un po' goliardica del dr. Cavallini, per sorriderci su, o tagliare il traguardo di un certo numero di commenti. Non può essere altrimenti. Non nel 2014.

#76
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Dr. Maurizio Cecchini

Gentile utente,
in realta' non sono io che non le do la possibilita' di curarsi da soli, ma e' il sistema sanitario che prevede che a prescrivere farmaci di una certa importanza (a parte quelli da banco) sia un laureato in medicina. In Botswana non penso sia cosi'.
Detto questo non capisco il suo astio in particolare verso di me.
Vede lei NON e' una mia paziente, ne' ha chiesto di essere curata da me, quindi non c'e' tra me e lei alcun rapporto professionale. Lei sta scrivendo le sue opinioni ed io le mie.
Se io morissi stasera a lei non importerebbe niente.
Nel frattempo io sto spendendo gratuitamente parte del mio tempo a risponderle.
Se lei cambia tono bene, altrimenti puo pensare cio' che vuole e scrivere cio' che vuole ed anche io saro' abilitato a fare altrettanto.
Il rispetto NON e' un reato, per il momento in Italia.

#79
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Utente 146XXX

RITENGO CHE I MEDICI SIANO LA CATEGORIA CASTA PEGGIORE, MOLTI SENZA SCRUPOLI NON FANNO LA GIUSTA DIAGNOSI X "OBBLIGARE" IL PAZIENTE A RIPRESENTARSI A VISITA DOPO. POCO TEMPO X OVVIAMENTE CONTINUARE L OPERAZIONE DI RISCOSSIONE DI DENARO. ESSENDOCI ANCORA NEL NOSTRO PAESE, TANTI ANZIANI IGNORANTI E INCONSAPEVOLI, QUESTO FENOMENO NON ACCENNA A TERMINARE. IO STESSO CI SON PASSATO. OVVIAMENTE NON TUTTI SONO MERCENARI E MELE MARCE.

#80
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Dr. Giorgio Cavallini

Buona sera,
ovviamente potrei cancellare i commenti volgari come il Suo (lettera maiuscola, non so se nota). Se lo facessi potrebbe venire interpretato come paura. Io non temo i mediocri della Sua (lettera ancora maiuscola, non so se nota) risma, a dimostrazione lascio a disposizione del volgo il Suo (lettera di nuovo maiuscola, non so se nota) inutile abbaiar tonante.