Nessun maggior rischio di tumori nei bimbi nati con la fecondazione in vitro
Questa informazione, sostanzialmente positiva, emerge da alcuni dati epidemiologici presentati alla Riunione annuale della European Society of Human Reproduction and Embryology (ESHRE), svoltasi la settimana scorsa a Londra, da un gruppo di ricercatori britannici dell’ Institute of Child Health dell’University College di Londra.
Iniezione intracitoplasmatica di uno spermatozoo
I nostri ricercatori, affrontando le paure scatenate da alcuni gruppi interessati, che arrivavano ad ipotizzare, per i bimbi nati con l’aiuto di una tecnica di riproduzione medicalmente assistita (PMA), un maggior rischio di sviluppare in futuro un problema oncologico, cioè un tumore, hanno intrapreso un ponderoso lavoro epidemiologico.
Questo ha portato a confrontare i dati ottenuti dai 106.381 bambini, nati utilizzando una tecnica di procreazione medicalmente assistita dal 1992 al 2008, con i dati della popolazione generale che possono essere recuperati con una relativa facilità, almeno in Gran Bretagna, attraverso il Registro Nazionale dei Tumori dell’Infanzia (National Registry of Childhood Tumours).
Ecografia ostetrica
Lo studio in questione ha riscontrato 108 tumori nei bambini nati con l’aiuto di una tecnica PMA che è un dato comparabile e molto vicino ai 109,7 bimbi con problematiche neoplastiche riscontrato nella popolazione generale.
Donne in felice attesa
Questi dati sembrano quindi confermare che la procreazione medicalmente assistita non costituisce un fattore di rischio aggiuntivo per l'insorgenza di possibili, importanti e future patologie oncologiche nei bimbi nati utilizzando queste tecniche.
Per approfondire: