La vasectomia: sterilizzazione dell'uomo con legatura dei deferenti
La vasectomia, cioè la legatura bilaterale dei deferenti, è un metodo sicuro ed efficace nel garantire una contraccezione permanente ed è priva di effetti collaterali importanti a breve e a lungo termine; l’unico punto debole, legato a questa procedura chirurgica non complessa, è il cattivo e a volte insufficiente grado di informazione pre, intra e post-operatorio che viene fornito ai pazienti da parte degli andrologi.
Vasectomia: domande e risposte
L'intervento di sterilizzazione maschile è un metodo contraccettivo permamente, che consiste nel tagliare e sigillare i dotti deferenti, impedendo quindi agli spermatozoi di unirsi e rendere fertile il liquido seminale. Si tratta di un metodo non completamente irreversibile in quanto è comunque possibile effettuare l'inversione, tuttavia è necessario specificare che un'eventuale ripristino dei canali è un'operazione costosa e con un'alta percentuale di insuccesso.
Pertanto questa scelta deve essere effettuata in piena consapevolezza, vediamo quindi gli aspetti più importanti della vasectomia.
A chi è consigliata la vasectomia?
La legatura dei deferenti è soprattutto indicata a maschi di età superiore a 30 anni con una relazione stabile (aggiungerei già con prole), senza gravi patologie a livello della borsa scrotale e/o pregressi dolori a livello del testicolo e dell’epididimo.
Informazioni prima dell'intervento di vasectomia
A tutti gli uomini che vogliano sottoporsi a questo tipo d’intervento, si dovrà dare una corretta e precisa informazione relativa a tutte le altre tecniche alternative di contraccezione, ma soprattutto ai particolari e specifici aspetti della procedura chirurgica quali:
- la sostanziale irreversibilità dell’intervento
- l’eventuale consiglio alla crioconservazione di un campione di liquido seminale
- la necessità di utilizzare una contraccezione efficace fino alla provata sterilità, che si verifica tramite uno spermiogramma, fatto in ambiente dedicato.
È opportuno far firmare sempre un dettagliato consenso informato che deve contenere appunto tutte le informazioni relative alla tecnica di intervento utilizzata, alle possibili alternative, alle complicanze, alla necessità, fino ai 3 mesi successivi all’intervento, di utilizzare sempre mezzi contraccettivi sicuri.
Per approfondire:Metodi anticoncezionali: tutte le alternative possibili
Rischi e complicanze
La vasectomia può avere una piccola percentuale di complicanze minori, tra cui:
- ematomi
- infezioni
- dolori.
Non bisogna inoltre trascurare le percentuali, anche se modeste, di insuccesso.
Le complicanze associate a questo intervento sono modeste: nelle 113 pubblicazioni esaminate i sanguinamenti e gli ematomi postoperatori, in genere superficiali, sono stati segnalati nel 4-22% dei casi, le infezioni di grado lieve e limitate alla ferita nello 0,2-1,5%, il dolore scrotale cronico nell’1-14%, la ricanalizzazione precoce nello 0,2-5,3%, la ricanalizzazione tardiva, cioè dopo aver riscontrato una precedente azoospermia, nello 0,03-1,2% dei casi.
Esistono differenti tecniche chirurgiche?
I dati raccolti non indicano una tecnica chirurgica più affidabile di un’altra nell’ottenere il risultato sperato o tale da giustificarne il suo uso preferenziale, sappiamo invece che l’elettrocoagulazione dei monconi dei deferenti diminuisce in modo significativo le percentuali di ricanalizzazione precoce.
Cosa fare dopo l'intervento?
Dopo 3 mesi dalla vasectomia e almeno 20 eiaculazioni protette, al controllo post-chirurgico è indispensabile effettuare un esame del liquido seminale per verificare l’avvenuta sterilità.
Solo ad azoospermia ottenuta (gli autori parlano pure di presenza di spermatozoi immobili <100.000/ml ma qui io personalmente dissento e non mi sentirei tanto tranquillo!) l’uomo potrà avere rapporti liberi, cioè non protetti.
Fonte:
- Linee Guida Europee stilate dopo un’attenta revisione dei 113 lavori più ponderosi, pubblicati in questi ultimi trent’anni: European Association of Urology guidelines on vasectomy