Disfunzione erettile come indice dello stato di salute maschile
Da uno studio osservazionale condotto presso l’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano, è emerso che la gravità della disfunzione erettile dei 100 pazienti valutati consecutivamente con età media di 45,9 anni, e con disfunzione erettile di durata media pari a 3,7 anni, è direttamente proporzionale allo stato di salute dell’individuo. Quindi, maggiore è l’entità ed il numero delle patologie associate (diabete mellito, ipertensione arteriosa, bronchite cronica ostruttiva, fumo, obesità, apnee notturne sino a giungere alla sindrome metabolica cioè l’associazione di più di due di questi fattori) maggiore è la gravità della disfunzione erettile. Questo sta a significare che se non si esegue una adeguata prevenzione in epoca giovanile contro l’insorgenza di tali malattie (abolizione del fumo, abolizione degli eccessi alcolici, minore introito di sale nella dieta, maggiore attività motoria ecc.) l’uomo andrà in contro sempre più frequentemente e con maggiore precocità a problemi riguardanti la sfera sessuale su base organica. Infatti è noto che i migliori risultati in termini di terapia della disfunzione erettile, in questa tipologia di pazienti, si ottengono associando la terapia classica alla correzione dei principali fattori predisponenti. Laddove esistono patologie associate già diagnosticate molto importante è la verifica dell’esistenza di un buon compenso farmacologico delle stesse.
Sorgente:
Journal of Andrological Sciences Vol.18 No.1 March 2011 pag.9
Il dominio della funzione erettile dell’IIEF può considerarsi specchio dello stato di salute generale maschile?
Salonia e coll Dipartimento di Urologia, Universi