Eiaculazione precoce: la solitudine della donna
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo
La sessualità è un universo estremamente complesso, ancora di più lo è quella femminile.
In passato, prima della rivoluzione sessuale, il sesso per le donne era un atto di resa, di arrendevole sottomissione; per l’uomo un atto di conquista e di potere, una prova di virilità e potenza sessuale.
Nell’immaginario maschile potere e status, sono sempre stati identificati con la sfera della sessualità.
Il sesso, quando compare l’eiaculazione precoce, o qualunque altra disfunzione sessuale maschile o femminile, si sposta dalla dimensione del piacere a quella del dovere, a scapito del desiderio e dell’appagamento sessuale, in special modo della donna.
Durante la mia pratica clinica, mi ritrovo spesso a raccogliere testimonianze di donne sofferenti e disorientate per le condizioni cliniche dei loro partners.
Durante i colloqui terapeutici, emerge un livello elevato di insoddisfazione sessuale ed emozionale, disagio relazionale, un sentimento di inadeguatezza e, un ovvio e conseguente calo del desiderio sessuale.
Emerge inoltre, che la loro sessualità assolve esclusivamente ad una “funzione rassicurante e consolatoria” del benessere del partner.
Nei casi di E.P.,le donne vivono nella rabbia e nella solitudine, nel pudore e nella vergogna, si trovano a rispondere ai bisogni sessuali dei loro partners, mentre i loro reali bisogni di coinvolgimento ed intimità non vengono ascoltati, né rispettati e tanto meno appagati.
Questo palcoscenico emotivo, le spinge spesso verso un’evitamento dell’intimità, sottraendosi così alle fatiche e noie orizzontali,atteggiamento che però mette in moto una serie di rappresaglie sia verbali,che ovviamente sessuali.
Oggi, il panorama scientifico, dedica una notevole attenzione alla dimensione relazionale del disturbo sessuale, sia per quel che riguarda l’insorgenza del sintomo, il mantenimento della disfunzione ed, ovviamente la risoluzione della stessa. .
Un rapporto coitale e relazionale disfunzionale, una precocità che tende a mortificare il piacere, alla lunga corrode ed azzera il desiderio, creando un doloroso e pericoloso “silenzio del corpo e dei sensi”. Il non desiderare prima, equivale a non soffrire poi.
Un'altra dimensione legata alla sessualità femminile, in associazione all’E.p, è la mancanza di risposta orgasmica ( orgasmo coitale).
I tempi del piacere, maschile e femminile, sono estremamente differenti ed una disfunzione che col pisce la dimensione temporale, amplifica questo divario. Una consulenza psico-sessuologica diviene indispensabile per inquadrare bene la disfunzione, sia per quel che riguarda l’aspetto diagnostico, che poi terapeutico.
In passato, prima della rivoluzione sessuale, il sesso per le donne era un atto di resa, di arrendevole sottomissione; per l’uomo un atto di conquista e di potere, una prova di virilità e potenza sessuale.
Nell’immaginario maschile potere e status, sono sempre stati identificati con la sfera della sessualità.
Il sesso, quando compare l’eiaculazione precoce, o qualunque altra disfunzione sessuale maschile o femminile, si sposta dalla dimensione del piacere a quella del dovere, a scapito del desiderio e dell’appagamento sessuale, in special modo della donna.
Durante la mia pratica clinica, mi ritrovo spesso a raccogliere testimonianze di donne sofferenti e disorientate per le condizioni cliniche dei loro partners.
Durante i colloqui terapeutici, emerge un livello elevato di insoddisfazione sessuale ed emozionale, disagio relazionale, un sentimento di inadeguatezza e, un ovvio e conseguente calo del desiderio sessuale.
Emerge inoltre, che la loro sessualità assolve esclusivamente ad una “funzione rassicurante e consolatoria” del benessere del partner.
Nei casi di E.P.,le donne vivono nella rabbia e nella solitudine, nel pudore e nella vergogna, si trovano a rispondere ai bisogni sessuali dei loro partners, mentre i loro reali bisogni di coinvolgimento ed intimità non vengono ascoltati, né rispettati e tanto meno appagati.
Questo palcoscenico emotivo, le spinge spesso verso un’evitamento dell’intimità, sottraendosi così alle fatiche e noie orizzontali,atteggiamento che però mette in moto una serie di rappresaglie sia verbali,che ovviamente sessuali.
Oggi, il panorama scientifico, dedica una notevole attenzione alla dimensione relazionale del disturbo sessuale, sia per quel che riguarda l’insorgenza del sintomo, il mantenimento della disfunzione ed, ovviamente la risoluzione della stessa. .
Un rapporto coitale e relazionale disfunzionale, una precocità che tende a mortificare il piacere, alla lunga corrode ed azzera il desiderio, creando un doloroso e pericoloso “silenzio del corpo e dei sensi”. Il non desiderare prima, equivale a non soffrire poi.
Un'altra dimensione legata alla sessualità femminile, in associazione all’E.p, è la mancanza di risposta orgasmica ( orgasmo coitale).
I tempi del piacere, maschile e femminile, sono estremamente differenti ed una disfunzione che col pisce la dimensione temporale, amplifica questo divario. Una consulenza psico-sessuologica diviene indispensabile per inquadrare bene la disfunzione, sia per quel che riguarda l’aspetto diagnostico, che poi terapeutico.
Data pubblicazione: 18 dicembre 2010