AIDS e terapie antiretrovirali: rischio abbassato, ma non del tutto e non per tutti
Ieri è iniziata la VI Conferenza dell’International Aids Society su: “Hiv Pathogenesis, Treatment e Prevention” che fino al 20 luglio riunirà a Roma circa 5.000 tra ricercatori, clinici, attivisti e addetti ai lavori.
In questi giorni alla Conferenza saranno presentati almeno tre studi importanti, due dei quali hanno avuto una conclusione clinica proprio pochi giorni fa, che dimostrano in modo chiaro e preciso come le attuali terapie antiretrovirali in coppie siero-discordanti, cioè coppie in cui uno solo dei due partner è siero positivo, riducono drasticamente, anche fino al 96 per cento, il rischio di una infezione per il partner sano; ma l'abbattimento percentuale del rischio non lo elimina completamente e a tutt'ora non è ancora consigliabile abbassare la guardia.
Elli Katabira, presidente in carica dell’International AIDS Society, ha affermato che il Convegno potrebbe rappresentare comunque “un momento di svolta nella storia della lotta all’Aids”.
Il messaggio principale e centrale della Conferenza di Roma dovrebbe essere la conferma che la terapia funziona in parte anche come prevenzione e Michel Sedibé, direttore esecutivo dell’Unaids, ha ribadito che per questo motivo: “È estremamente significativo incontrarsi in un momento in cui la ricerca scientifica ha raggiunto risultati inimmaginabili fino a pochi anni fa”.
Sempre Sedibè ha poi ricordato come proprio in questo momento storico, in cui la scienza ha fatto tutti questi enormi progressi nella prevenzione e soprattutto nella cura dell’Aids, bisogna anche garantire un accesso universale alle cure.
Tutti i lavori presentati al Convegno spaziano dalla ricerca di base a quella clinica, dalle strategie di prevenzione a tutte le possibilità di implementare e migliorare l’accesso ai test e alle cure.
Non bisogna dunque abbassare la guardia o peggio ridurre i finanziamenti, cosa che invece sembra stia succedendo.
In questa prospettiva Filippo Von Scholoesser, presidente di Nadir Onlus, ha sottolineato come il governo italiano dal 2009 non versa più i contributi promessi al Global Fund, contributi pari a 260 milioni di euro; per giunta quest’anno non ha rinnovato i finanziamenti al programma nazionale di ricerca sull’Aids.
Infine sempre Michel Sedibè ha sottolineato come “La storia non ci giudicherà per le nostre scoperte scientifiche, ma per come le sapremo mettere in pratica”.
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