Dipendenza psicologica dalla terapia orale per il deficit erettivo
Unitamente al Prof.De Rose, andrologo genovese, ho presentato un poster sulla dipendenza dalle "pillole dell'amore", a Roma alla SIA, 26 novembre 2010.
"La commercializzazione del Viagra prima e del Cialis e Levitra poi, di sicuro, ha rappresentato un elemento importante per la sessualità: la sicurezza.
Sicurezza per l’ottenimento dell’erezione, anche in tempi brevi, sicurezza per una rigidità duratura, senza la paura del “crollo”, sicurezza di avere più rapporti in un arco di tempo non troppo dilazionato, riducendo soprattutto l’attesa per una nuova erezione.
Obiettivo del lavoro è stato quello di valutare se, dopo 1 anno di terapia, si sono registrati rapporti spontanei.
Discussione
La nostra esperienza ha confermato l’efficacia degli inibitori delle fosfodiesterasi 5 nel trattamento della DE. E la “ritrovata potenza”, anche se con l’aiuto farmacologico, ha consentito di aumentare la frequenza dei rapporti. Dopo nove mesi di terapia nessuno è stato in grado di avere rapporti spontanei. Alla ripresa della terapia è stata invece osservata una diminuita risposta globale di efficacia.
Il farmaco sembra quindi che rappresenti una “stampella emotiva” su cui far affidamento, interrompe il circolo vizioso tra ansia da prestazione, DE e deflessione del tono dell’umore.
Messaggio conclusivo: anche il counseling psicologico, effettuato all’inizio della terapia orale, in una parte dei soggetti arruolati, non ha conseguito i risultati sperati. Probabilmente sarà necessario un counseling a metà del percorso ed a ridosso della sospensione, per evitare ricadute ed ansie anticipatorie di ricadute. MI farebbe piacere sapere cosa pensate a riguardo, e cosa accade durante la vostra pratica clinica quotidiana.
Saluti a tutti Valeria Randone