Asma bronchiale cura.

Terapia dell'asma bronchiale

valeriolangella
Dr. Valerio Langella Allergologo, Medico internista, Pneumologo

La terapia per l'asma bronchiale è un insieme di trattamenti mirati a ridurre e prevenire i sintomi della patologia respiratoria.

Linee guida per la cura dell'asma

Le linee guida GINA (Global Initiative for Asthma) per il trattamento dell’asma bronchiale di grado lieve/moderato (definito tale sulla base di valori spirometrici nonché sulla presenza di sintomi notturni e/o sintomi quotidiani che limitano l’attività), raccomandano una terapia a gradini, fino al raggiungimento del controllo della malattia e successivamente, una terapia di mantenimento a minore dosaggio possibile.

Tali raccomandazioni spesso però non trovano riscontro nella pratica clinica; infatti, un elevato numero di pazienti che giunge all’osservazione specialistica attua una terapia quotidiana e continua (anche per anni!!!), talvolta non appropriata, esagerata nelle dosi e nei tempi e senza un controllo medico periodico.

Obiettivi della terapia dell’asma bronchiale sono:

  • Controllo dei sintomi
  • Mantenimento di una normale attività fisica, inclusa l’attività sportiva
  • Mantenimento di una normale funzione polmonare
  • Prevenzione dell’esacerbazione asmatica
  • Riduzione al minimo degli effetti avversi e collaterali dei farmaci
  • Prevenzione della mortalità

Negli ultimi anni, in letteratura medica internazionale sono stati pubblicati numerosi studi sulla terapia dell’asma bronchiale di grado lieve/moderato, sull’utilità e soprattutto sui dosaggi dei cortisonici inalatori, e sull’eventuale associazione con beta2 agonisti.

È ampiamente riconosciuto che i cortisonici inalatori sono il cardine della terapia asmatica e sono la soluzione terapeutica più spesso utilizzata dagli specialisti pneumologi ed allergologi. Molto invece si discute circa le differenze tra i vari cortisonici e le rispettive associazioni con beta2 agonisti, sulle dosi e sulle somministrazioni di questi farmaci da prescrivere al paziente.

Sicuramente sull’argomento verte un enorme problema di conflitto d’interessi (Società Scientifiche ed Aziende Farmaceutiche in primis); in aggiunta a ciò le Linee Guida non prendono in considerazione la complessità della malattia asmatica, le differenti espressioni genotipiche e fenotipiche della malattia, nonché la comorbidità che spesso si riscontra nei pazienti, specie negli over 55.

In diversi studi si è rilevato che in pazienti con controllo della malattia asmatica, un programma terapeutico con somministrazione di basse dosi di corticosteroidi associato o meno a beta2 agonisti inalatori, ha mostrato gli stessi risultati (in relazione alla riduzione dei sintomi e alle riacutizzazioni della malattia asmatica), di un programma terapeutico con somministrazione degli stessi farmaci ad alte dosi, sia nel breve che nel medio termine. Tali studi sono ancora in corso per la valutazione degli effetti di tale schema terapeutico nelle terapie a lungo termine (superiore ai 5 anni).

Altri studi hanno evidenziato inoltre che gli stessi inalatori a basse dosi, somministrati in associazione o meno, non mostrano maggiore efficacia se praticati quotidianamente o con somministrazioni intermittenti (due volte alla settimana).

Tutto ciò, in termini pratici, si tradurrebbe in una importante e significativa riduzione della medicalizzazione dei pazienti (in un anno si ridurrebbe del 55-60% il carico farmacologico di un paziente asmatico), con un miglioramento evidente della qualità di vita e senza un peggioramento dei sintomi e della malattia (come da Linee Guida).

A ciò si aggiungerebbe inoltre un forte risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale.

Attenzione quindi, il controllo della malattia asmatica non coincide sempre con la migliore terapia auspicabile!

Spesso le dosi ed il numero delle somministrazioni degli inalatori sono eccessivi e, in considerazione degli importanti effetti collaterali dei farmaci, è sempre opportuna una valutazione medica specialistica.

Fonti

  1. Pediatrics, Chest, Clinical Trials, Blood Institute, New England Journal of Medicine, Allergy, National Heart Lung.
Data pubblicazione: 10 febbraio 2012 Ultimo aggiornamento: 21 aprile 2023

3 commenti

#1
Foto profilo Dr. Vito Di Cosmo
Dr. Vito Di Cosmo

L'asma è una malattia infiammatoria CRONICA che si manifesta con esacerbazioni (crisi asmatiche) superabili con o senza terapia; essendo cronica, la patologia evolve con il sovvertimento strutturale dell'anatomia bronchiale: a quel punto l'ostruzione non è più reversibile con alcuna terapia ("fiumi" di corticosteroidi sistemici e quant'altro, fino ad O2 terapia, ospedalizzioni ecc con aumento a dismisura della spesa sanitaria)
Il primo obiettivo nella terapia dell'asma bronchiale deve essere il controllo della flogosi cronica che è alla base della malattia, non del sintomo (sintomo dispnea che, fra l'altro, è assolumamente soggettivo!). La mia "preghiera" è di non suggerire mai terapie a scalini o comunque variabili: troppi asmatici finiscono per abbandonare la terapia e poi a "a scalini" vanno incontro ad alterazioni con ostruzione irreversibile. Prima di tutto una diagnosi chiara, precisa ed inequivocabile, quindi una terapia, almeno l'anti infiammatoria, fissa e continua a prescindere dai sintomi.

#2
Foto profilo Dr. Valerio Langella
Dr. Valerio Langella

…Sono molto contento delle tue osservazioni caro collega. Il senso di questa piccola review non è molto in contrasto con le tue conclusioni nè comunque le evidenze parlano di terapie legate ai sintomi; in termini medici stiamo parlando di forme asmatiche di grado lieve/moderato e non so tu, ma il sottoscritto vede quotidianamente bambini, adolescenti ed under 40 che attuano terapie esagerate (inalatori 2 volte al giorno+ ventolin+ antistaminici, talvolta con antileucotrienici ed addirittura con aggiunta al bisogno di farmaci cortisonici per os). Credo che sia un po' esagerato! Le mie osservazioni, come quelli degli autori dei vari studi pubblicati, erano rivolte semplicemente ad una maggiore attenzione. Sappiamo bene che la malattia va curata perchè altrimenti il risultato sarà un aumento di ospedalizzazione, O2 terapia e ventilazione domiciliare. Non tutti comunque hanno lo stesso grado di malattia e spero però concorderai con il fatto che non tutti hanno bisogno di tanti e tali farmaci, quotidianamente ed in maniera continuata. La mia news si conclude proprio con il consiglio alle persone di una valutazione specialista piu' frequente e non di attuare terapie " a scalini " d'emblèe.

#3
Foto profilo Dr. Vito Di Cosmo
Dr. Vito Di Cosmo

Va benissimo, sono contento che concordiamo: a ognuno, in relazione al suo grado patologia, una terapia continua, da non variare mai, almeno fino al successivo controllo.

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