Se lui stira, niente sesso

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Dall’uomo con la clava di atavica memoria, siamo passati alle “coppie a doppia carriera”, con una paritetica ripartizione di ruoli e di fatiche domestiche.

Donne acrobate che oscillano tra casa, lavoro e figli da accudire, sono sempre più richiedenti e meno accondiscendenti, così il partner odierno tende ad assecondare le richieste di “mutuo soccorso” della donna. Sembra però che l’estrema “uguaglianza” tenda a compromettere il desiderio sessuale.

Molti studi di psico-sessuologia dimostrano che il “calo del desiderio sessuale” o “desiderio sessuale ipoattivo”, sia oggi in crescente aumento e molte coppie lamentano infatti noia, astenia sessuale e silenzio dei sensi.

Le “coppie paritarie”, sono quelle coppie che sopravvivono alle intemperie dei matrimoni o dei legami longevi anche senza vita intima.
I rapporti troppo alla pari, senza quella “segreta asimmetria”, concorrono per l’appunto a far deflettere il desiderio sessuale.

Una recente inchiesta del News Times Magazine, sostiene che esiste una stretta correlazione tra rapporti paritari ed astinenza sessuale.

Il settimanale americano riporta una ricerca del periodico scientifico American Sociological Review, dal titolo molto eloquente: “ Egualitarismo, faccende domestiche e frequenza sessuale”.

Questa ricerca esamina il delicato rapporto tra potere, dominazione e sessualità.

Sembra infatti che quando uomini e donne tendono a caratterizzare la loro coppia all’insegna dell’uguaglianza, la coppia prima o poi traballa ed il desiderio sessuale tende all'estinzione.
Secondo i ricercatori, nelle coppie in cui l’uomo svolge le mansioni femminili, come passare l’aspirapolvere, stirare e stendere il bucato, i rapporti sessuali diminuiscono di 1,5 volte, rispetto alle coppie nelle quali l’uomo svolge soltanto compiti comunemente considerati “maschili”.
La donna, reso l’uomo “femminilizzato”, tende poi a non percepirlo come oggetto del desiderio, cioè un "partner sessuato".
In realtà queste nuove coppie bianche e paritarie, hanno erotizzato il lavoro, che nel tempo è diventato il vero e reale amante.

L’erotizzazione dell’attività lavorativa è oggi molto frequente, viene caratterizzata infatti da uno spostamento dal talamo al pc, dal partner all’ufficio e dall’eros alla fatica.

Il lavoro per molti uomini/donne, rappresenta una vera e propria “intimità sostitutiva”, che contribuisce a surrogare ben altre mancanze della vita e della coppia.

Per molte coppie il matrimonio diventa poi una sorta di “società per azioni”: il lavoro ed il guadagno diventano elementi di primaria importanza, l’affettività passa decisamente in secondo piano ed i compromessi tendono ad aumentare, elementi che nel tempo tendono ad  azzerare l’eros ed a far transitare i coniugi ad una dimensione di “gruppo parentale”.

Da amanti a collaboratori domestici? 

Forse sarebbe il caso di non favorire la famiglia a scapito della coppia, che per sopravvivere invece necessità di separatezza, distanza e segretezza, al fine di mantenere vivo il “sacro fuoco della passione”.

Data pubblicazione: 24 aprile 2014

21 commenti

#2
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Utente 323XXX

Cara dott.ssa Randone, leggo con interesse il suo blog ma stavolta somo rimasto un po' stupito: da quando passare l'aspirapolvere e' diventata una categoria solo femminile ?
I compiti del vivere comune devono essere di pertinenza solo femminile?
Se noi maschietti diamo una mano pensando che la vita quotidiana sia una fatica per tutti, sia per maschi imbranatai in casa che per superdonne multitasking in realta' perdiamo carica virile?
Il segreto per matenere vivo il fuoco sotto le lenzuola e' separare i ruoli? Grazie.

#3
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Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Utente,
Mi sono limitata a riportare una notizia scientificamente documentata, anche io, come Lei, non posso che dissentire.
Il desiderio sessuale segue dei percorsi talmente complessi ed alchemici, che correlarlo all' asse da stiro, é decisamente riduttivo.
Troverà gli approfondimenti del caso nelle letture allegate alla news.
Valeria Randone

#8
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Utente 344XXX

(Cavalcare la scopa)
Risolvi il dilemma dell’uovo/con la semplice equazione:/Lavi e stiri solo l’uomo!/Ma poi forse si propone/il problema dello stravacco/sul divano o sul materasso/di colui che è nato stanco./Si consiglia allora il passo/a chi al sonno non s’è arreso/d’inventarsi il giochetto/dell’aspirapolvere un po’ acceso./Non è solo un dispetto/con la scopa si può fare/se per chiedere di far sesso/già si dice: Vuoi scopare?/Per svegliare il tuo fesso/ci vuole ancor più fantasia/che la scopa renda eguale/ad altri mezzi di pulizia.

#9
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Utente 344XXX

Sicuramente è una teoria poco contemporanea, che sembrerebbe voler far tornare il rapporto di coppia a stili antichi e sicuramente poco pratici, perchè come tu scrivi utente 323347, come si fa a non dare una mano in casa nei tempi nostri. Ma penso che un qualcosa di vero comunque ci sia. Un fondamento di verità. E' un lamentamento che spesso si sente anche tra gli uomini, questo rimpiangere una certa divisione. Perchè è vero che se da un lato c'è l'evoluzione maschile che porta alla collaborazione in casa delle faccende è anche altrettanto vero che questa uguaglianza porta ad una sopraffazione della donna. Perchè comunque le faccende non vengono eseguite come dovrebbero, con recriminazioni, insulti, derisioni, in tanti casi umiliazioni del maschio che, concordo, non aiutano e sminuiscono il "sacro fuoco della passione".

#10
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Dr.ssa Valeria Randone

Gentili Utenti,
grazie per le Vostre riflessioni.
Vorrei aggiungere alla " simpatica news", qualche ulteriore nota clinica.
Oggi, nonostante le modifiche epocali, questa dicotomica scissione tra l’uomo dominante, quasi anaffettivo e poco verbale e la donna gheisha, madre e casalinga, si è quasi del tutto estinta ed una nuova “armonia tra il maschile ed il femminile” sembra essere la nuova esigenza culturale.
Molte coppie ben assortite sul piano relazionale, sono caratterizzate dalla "flessibilità dei ruoli" e da uno “scambio funzionale” delle differenze e dei ruoli reciproci.
Ci sono infatti uomini che accompagnano i figli a scuola, che cambiano pannolini e che amano cucinare, senza per forza viversi come defraudati del potere fallico dominante.
È vero però che la rivoluzione sessuale, le coppie a doppia carriera e le donne sempre più autonome ed esigenti, rappresentano spesso una minaccia per l' identità e potenza maschile.
Il passaggio dalla clava ai nuovi codici d’amore odierni, è in itinere e non è affatto semplice ed indolore.
Il nuovo alfabeto emozionale e la ripartizione dei ruoli, nell’ immaginario maschile e talvolta femminile, entra spesso in conflitto con un atavico e ben radicato bisogno di dominio ed uomini troppo casalinghi, smarriscono il loro potere erogeno.
Le modifiche epocali, secondo me, possono anche trasformarsi in un’opportunità di crescita per entrambi i partners ed in un’occasione per vivere l’intimità e la sessualità con elementi vitali nuovi.
Credo che un sano e funzionale dialogo continuo tra esigenze, fatiche, aspettative ed un ridimensionamento dell’onnipotenza femminile, potrebbero essere dei validi elementi per coppie più equilibrate, funzionali e funzionanti.
Valeria Randone



#11
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Dr. Antonio Vita

Sì, per non fare a casa quasi niente di ciò che sia legittimamente, storicamente e psicologicamente proprio della donna.
E' una saggia interpretazione data ai diversi ruoli espletati dagli uomini e dalle donne.
Che le donne tendano ad occupare spazi e ruoli appartenenti una volta soltanto agli uomini è ormai storia assodata e cavallo di battaglia di tutti i partiti politici che non vogliono restare indietro nella corsa alla parificazione dei ruoli. Ma che si debba pretendere una parità di genere facendo fare agli uomini lavori prettamente non "maschili" mi pare che sia un'esagerazione.
Come quella maestra che negli anni ottanta ai suoi alunni faceva fare gli stessi lavori domestici, come il lavoro ai ferri e all’uncinetto! In nome di un femminismo che poi qualcuna viveva in modo da "scimmiottare" gli uomini perfino nell'atteggiamento e nelle parolacce (vocaboli che non stanno bene nemmeno nella bocca degli uomini).
A scapito della grazia, della gentilezza di modi, degli usi e costumi che fanno della donna un essere e soggetto inimitabile.
Lo so che sono un arretrato, ma un arretrato sincero.

Dare una mano è un'altra cosa, ed è anche poco, come se alla casa dovrebbe pensare soltanto la donna. Meglio dire che si può, né si deve lasciare sulle spalle della donna incombenze che gli uomini potrebbero sbrigare con la stessa fatica e con uguale abilità, basta mettersi d'accordo sulla divisione dei compiti.
La divisione non significa attuare la proprietà commutativa in tutto. Per dirla con Br. 14 persone per 2 appartamenti non significa che sia = a 14 appartamenti per due persone!!!


#12
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Dr. Antonio Vita

"Meglio dire che NON si può, né si deve...." etc. - Errata corrige -

#13
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Dr. Antonio Vita

Valeria Randone ha preceduto il mio intervento con uno suo di appena un attimo. E allora spiega meglio la sua visione della condivisione dei ruoli.
La flessibilità dei ruoli è già una cosa diversa dal capovolgimento delle funzioni dei lavori domestici.
Infatti il ruolo in casa è troppo spesso riportato ad un gioco di potere che a mio avviso è tramontato da tempo. Specialmente sul piano sessuale, il mutamento della donna è stato salutato come una buona novella da molti uomini, inconsciamente da tutti o quasi. Permane soltanto in chi si sente castrato dei suoi poteri e del suo "possesso" in nome di una forza che sta soprattutto sui bicipiti. E in testa.

#14
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Dr. Antonio Vita

(ma perché non si può aggiustare il discorso con un tasto di "modifica" ???)

#15
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Dr.ssa Valeria Randone

Grazie Antonio per le tue acute riflessioni.
Come giustamente sottolinei tu la flessibilità dei ruoli e la condivisione delle fatiche non è affatto una parità di genere....
Riprendendo il discorso principale, gli ingredienti per mantenere vivo il sacro fuoco della passione rimangono sempre :

Separatezza, distanza e segretezza...

Valeria

#16
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Utente 344XXX

Era la cultura dominante maschilista che imponeva i ruoli nella società, che si configurava perciò come una violenza sul naturale sviluppo della personalità del bambino. Il bambino particolarmente sensibile e gentile veniva deriso e sfottuto di essere una femminuccia, mentre la bambina che giocava con i soldatini e a calcio era un maschiaccio e come tale veniva emarginata dalle sue compagne. Uomini e donne si diventa, non si nasce, ed oggi la società consumistica contribuisce allo scopo con il bombardamento continuo dei mass-media sin dalla tenera infanzia, perchè la differenzazione dei gusti di genere induce la famiglia a consumare di più allargando i mercati. E poi è una favola che l'uomo dominante sfogasse la sua passione sessuale nella coppia, quando invece era un assiduo frequentatore di case chiuse, che oggi qualcuno vorrebbe riaprire. E non lo fa nemmeno oggi, soprattutto gli italiani che sono tra i primi consumatori di sesso nelle regioni confinanti con i paesi nei quali le case chiuse sono legali. Non confondiamoci, la passione sessuale non è un portato della relazionalità e dell'affettività, in quanto rappresenta una pulsione biologica universale, anzi bestiale (riguarda necessariamente tutti i viventi sessuati), che è una componente fondamentale umana negata per secoli dalla religione cattolica. Cmq e per fortuna i ragazzi di oggi sono molto più maturi degli adulti se hanno capito che il sesso non è il premio finale di un necessario percorso affettivo e relazionale, che magari viene dopo, nè per forza si devono sentire le campane celestiali dell'amore per consumarlo. Il sesso non rappresenta più la medaglia di un'estenuante maratona di avvicinamento al partner saltando gli ostacoli di famigliari e di altri più ridicolmente frapposti nella coppia. Se si vuole parlare di sesso, parliamo di sesso nudo e crudo senza il suo contorno. Si fa meno sesso in casa, perchè lo si fa di più fuori in tutte le sue possibili forme, e le molte separazioni ed i divorzi sono la lampante dimostrazione che il sesso è una forza disgregante della famiglia tradizionale e della società da quando la donna ha conquistato il diritto di goderne attivamente come l'uomo. Siamo al paradosso che non si vuole più tornare alla società tradizionale del maschio dominante, e allo stesso tempo si pretende di mantenere pervicacemente intatto il suo nucleo fondamentale. Cmq la differenza è che l'uomo di oggi deve mettere in gioco la sua virilità, quando una volta essa non era mai in discussione, essendo una sorta di assioma matematico su cui si reggeva tutta la società e la famiglia che la costituiva. Oggi gli uomini sono costretti a confrontarsi con la frustazione di essere considerati impotenti, eiaculatori precoci, addirittura effemminati, mentre prima tutte le colpe ricadevano sulla donna frigida ed isterica.

#17
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Dr. Antonio Vita

La "cultura" dominante, tuttavia, teneva conto che il soggetto maschile possedeva una massa muscolare molto più temprata e forte di quella del soggetto femminile, da cui si sprigionava una capacità di sopportare grandi pesi, di esercitare funzioni manuali impegnative e forti. I muscoli dei soggetti maschi erano robusti, vigorosi, corpulenti e forti. Quindi temprati o indicati per lavori molto diversi da quelli che potevano svolgere i soggetti femminili.

#18
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Utente 344XXX

In certe tribù africane sono ancora le donne a fare i lavori pesanti, pur avendo i loro uomini ancora più muscoli dell'uomo occidentale. Per milioni d'anni gli uomini si sono occupati esclusivamente di caccia, tutto il resto era compito delle donne.
Le donne operaie e persino i bambini durante la rivoluzione industriale non facevano lavori meno pesanti degli uomini. E' ora di finirla con questa leggenda che vuole una presunta innata differenza di genere tra lavori pesanti e leggeri. E poi quando l'uomo esprime la sua forza bruta la donna gli è inevitabilmente assoggettata, per esempio in una tribù di guerrieri. Ed oggi con la tecnologia questa leggenda è ancor più una leggenda: la donna può fare qualsiasi lavoro che impegna l'uomo, e dico qualsiasi. Per es. non c'è nessunissima ragione che non si veda l'ombra di una donna in un cantiere, in una officina meccanica o in una falegnameria. A me pare che la donna moderna pretenda l'onore scansando l'onere.
Infine vorrei dire che la confusione tra il sesso e l'affettività è un errore. Se mettiamo il primato del sesso in seno alla famiglia poi non ci lamentiamo che si sfasci, o peggio che il marito geloso colpisca la moglie. Il sesso fa rima sempre con possesso, è inutile girarci attorno. E' incredibile che se un coniuge raggiunge una intimità spirituale, persino complicità, con una persona terza, che il suo consorte non sogna nemmeno, tutto va sempre bene purchè non ci scappi la scopata extraconiugale.

#19
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Dr. Antonio Vita

Nelle tribù oggi esistenti, ovvero nei popoli primitivi di oggi, presenti in parti sperdute del globo, e studiati dai nostri etnologi -
L’uso dell’ascia per uccidere i bisonti è o era molto esteso.
L’ascia era d’osso o di pietra affilata.
Era difficile uccidere un bisonte o altro animale commestibile ma selvaggio.
E quindi era l’uomo che cacciava perché aveva muscoli più forti e potenti.
Le donne sventravano l’animale ucciso, ne prendevano la parti più commestibili e le mettevano sotto sale o le cucinavano. Conciavano le pelli e ne facevano mantelli per sé, per i bambini e per gli uomini del clan.
I missionari,(come dire?: quando uno non si fa gli affari suoi!!, guardavano e finirono per pensare che avrebbero potuto aiutare quella tribù importando, o di munendosi nei loro viaggi in patria, asce di ferro. Ne portarono e le distribuirono alla tribù.
Le donne, usandole, capirono che questi arnesi amplificavano la loro forza e che con le asce portate dai visi pallidi potevano anche loro uccidere facilmente i bisonti.
E andarono a caccia munite di asce di ferro; gli uomini lasciarono fare e cercarono di sventrare gli animali morti, di asportarne la parti migliori, di salarle e di cuocerle, in attesa che le donne-amazzoni tornassero dalle loro scorribande.
Ma l’organizzazione delle mansioni all'interno della tribù andò in malora perché sorsero incomprensioni e malumori e poi nacquero anche movimenti secessionisti.
Cosicché, per farla breve, il gruppo-tribù andò in crisi e si dissolse.
Questa fu la fine di una tribù e di una civiltà costruita sull’armonia delle forze e della potenza e sulla suddivisione delle competenze e del lavoro.

#20
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Ex utente

Non si può avere la moglie ubriaca e la botta piena. Ergo, se la iper-complessata donna femminista occidentale ha preteso e pretende il maschio femminilizzato che faccia la femminuccia di casa, è normale che poi a letto non potrà avere un uomo. Come si può pensare che il marito/compagno che diventa una specie di amica possa poi fare l'uomo a comando? La natura ci ha fatto diversi e l'armonia tra i sessi si basa su questo. E' qui in occidente che oramai si sta stravolgendo tutto. L'uomo deve fare l'uomo e come tale dev'essere lui a portare i pantaloni, in ogni circostanza. Altrimenti è inutile che poi vi lamentiate. Non è un caso se molti uomini oramai cercano la donna fuori dall'occidente.

#21
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Ex utente

La verità è che, nonostante gli studi, ogni donna ha il suo carattere:

Con la donna femminile e tradizionale guai a stirare, lavare, cucinare, sono compiti che spettano a lei e, probabilmente, li fa anche con piacere!

Con la donna in carriera guai a non coadiuvare i lavori della casa.

In tutto questo bisogna considerare anche la capacità nostra (uomini) di scendere a compromessi e fino a che punto...

ad esempio: per me cucinare non è un problema ma se mi chiedi di fare la lavatrice mando tutto in lavanderia!

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