Orgasmo femminile: è veramente indispensabile?
Il titolo di questo articolo è volutamente provocatorio, datosi che della risposta orgasmica femminile, si è tanto parlato, sia con modalità scientifiche che scandalistiche, ma spesso poco attinenti alla realtà clinica.
Il termine orgasmo (dal greco orgasmós, derivato di orgáó “essere in preda al desiderio”, da orgx “sentimento, passione”) vuole sintetizzare quella serie di eventi psico-neuroendocrini e relazionali che necessitano al punto massimo della fase eccitatoria sessuale.
Svariate correnti di pensiero si sono alternate a tal proposito:
c’è chi sostiene che la risposta orgasmica femminile non sia di fondamentale importanza, perché non correlando con l’aspetto evolutivo e quindi con la prosecuzione della specie, diventa opzionale.
C’è chi invece, in culture lontane dalle nostre, amputa parti degli organi sessuali alle donne, praticando la clitoridectomia per evitare che la donna possa provare piacere sessuale, determinando così la sua totale sottomissione al maschio e conclamando una sessualità finalizzata al solo concepimento, avulso totalmente dal piacere.
E ancora, chi correla la sua assenza con scadenti arti amatorie del partner, con l’assenza di educazione emozionale e sessuale, con un’educazione sessuofobica, con problematiche psichiche o psichiatriche, ecc.
Dal punto di vista storico la sessualità femminile, è sempre stata strettamente ancorata alla sfera della procreazione, le donne non avevano accesso alla dimensione del piacere, se non con il solo obiettivo di procreare.
Il tempo, la rivoluzione sessuale e la pillola contraccettiva, hanno totalmente cambiato l’approccio alla sessualità delle donne, facendole approdare verso una nuova forma di consapevolezza psico\corporea e relazionale.
Vediamo cosa accade realmente...
La disamina della risposta orgasmica femminile, non può essere effettuata con modalità avulse dalla “donna”, dalla sua psiche, soma e relazione in cui la sessualità abita. Il raggiungimento di una fisiologica fase eccitatoria centrale e di quella del successivo orgasmo, è condizionato da un adeguato sviluppo psichico e psico-sessuologico, dall’assenza di traumi psicosessuali e di conflittualità relazionali, da una integrità di organi e apparati preposti al raggiungimento e mantenimento della fase eccitatoria e dell’orgasmo, dall’assenza di fattori iatrogeni di tipo medico e/o chirurgico.
Inoltre, è molto difficile descrivere cosa sia l’orgasmo femminile ed affermare se una donna lo raggiunga o meno, dal momento che non esistono parametri fisiopatologici in grado di “valutare oggettivamente” questo evento in assenza di una sua definizione soggettiva univoca; il tutto correla con variabili psichiche e relazionali.
Il quotidiano britannico The Sun, ha pubblicato i risultati di una ricerca secondo la quale circa il 20% delle donne non avrebbe mai raggiunto il piacere durante il rapporto sessuale.
- L'orgasmo femminile, proprio per la sua caratteristica di interiorità, viene detto "orgasmo di mucosa", molto differente sia per i fattori caratterizzanti del suo raggiungimento, che per intensità rispetto a quello maschile, quest'ultimo detto invece "d'organo". La risposta orgasmica femminile è molto complessa e correla con tutta una serie di variabili intrapsichiche, emozionali e soprattutto “relazionali”, che ne determinano il suo raggiungimento o la sua assenza.
- L’anorgasmia coitale, termine con il quale si definisce l’impossibilità a raggiungere l’orgasmo nonostante un’adeguata stimolazione, sembra essere una condizione molto diffusa tra la popolazione femminile, in tal caso necessita una diagnosi clinica adeguata e scrupolosa. L’anorgasmia coitale, deve essere sempre analizzata, in quanto la sua presenza nella vita delle donne, denuncia altre problematiche di tipo organico, psichico, relazionale o emozionale.
Vi sono situazioni nelle quali, come spiega David Edwards, membro della British Society for Sexual Medicine, il non raggiungimento del piacere sessuale può essere invece campanello d’allarme di condizioni mediche importanti non ancora diagnosticate: una scarsa lubrificazione vaginale potrebbe essere, ad esempio, la presenza di una forma di diabete non ancora emersa.
Il giornale inglese inoltre, dedica un ampio spazio ai fattori psicologici che giocano un ruolo fondamentale nell’anorgasmia femminile.
La conoscenza di sé, della più segreta geografia corporea e mentale, un’adeguata educazione emozionale e sessuale, una coppia mentalmente, emozionalmente e fisicamente empatica, diventa il più importante pre-requisito per accedere alla poliedrica sfera del piacere.
Esistono però anche fattori oggettivi che danneggiano e compromettono il raggiungimento dell’orgasmo: l’assunzione di alcuni farmaci, come gli anti-depressivi e l’assunzione di alcolici può avere un effetto analgesico e sedativo bloccando gli impulsi sensoriali ed ostacolando il percorso verso il piacere sessuale.
Cosa blocca il raggiungimento del piacere nelle donne?
Tra le complicanze psico-sessuolgiche annoveriamo:
1- Lo spectatoring: si tratta di una sgradevole e disfunzionale attitudine all’auto-osservazione della sessualità, che ne impedisce il naturale fluire e fruire (frequentemente presente anche nel deficit erettivo).
2- L’ansia da prestazione: nonostante il termine faccia immediatamente pensare alla sessualità maschile, l’ansia da prestazione è quell’ansia anticipatoria che danneggia ed impedisce l’intimità. Più la donna, cercherà con modalità ossessive di raggiungere il piacere sessuale, più questo diventerà chimerico, più sposterà la sua attenzione dal “percorso” alla “meta”, più questa diventerà irraggiungibile.
3- Il rapporto ambivalente con la fisicità: molte donne vivono un ambivalente rapporto con la loro fisicità, si percepiscono brutte, goffe, in sovrappeso, inadeguate …. questa ambivalenza spesso amplifica la sensazione di inadeguatezza fino a fungere da catalizzatore d’ansia e disagio.
4- Educazione rigida e sessuofobica: un’assenza di educazione emozionale e sessuale, prepara il terreno ad una proliferazione di falsi miti correlati alla sessualità, di interpretazioni fantasiose e non aderenti alla realtà, inoltre, dopo esperienze negative, la ragazza\donna si potrà percepire sempre più inadeguata.
5- L’assenza di stimolazione clitoridea: non esiste in clinica differenza alcuna tra orgasmo vaginale e clitorideo; la stimolazione clitoridea, diretta o indiretta, correla sempre con la risposta orgasmica femminile.
6- Una coppia inadeguata: la coppia rappresenta il “luogo simbolico” deputato all’intimità, con le sue dinamiche, verbalizzazioni, empatia, aggressività, diversità, conflittualità….. e non rappresenta sempre il terreno adatto per poter concimare la sfera della sessualità.
Molte volte l’ anorgasmia, viene detta “anorgasmia situazionale”, si manifesta cioè con alcuni partners e non con altri.
Una relazione d’amore con caratteristiche di “incastro perfetto” è quella relazione che mette insieme le tre “C” correlate alla sfera dell’intimità: corpo, cuore e cervello.
7- Una disfunzionalità del pavimento pelvico: un momento di fondamentale importanza nel raggiungimento dell’orgasmo femminile è la formazione della cosiddetta piattaforma orgasmica. Questo termine traduce un’area di vasocongestione vulvo-vaginale (engorgement) che si organizza nella fase di plateau ed alla cui formazione contribuisce l’aumento del tono della muscolatura superficiale perineale e quella del muscolo pubo-coccigeo, unità componente il muscolo elevatore dell’ano.
Appare perciò evidente come una buona funzionalità della muscolatura del pavimento pelvico contribuisca alla fase eccitatoria di plateau e conseguentemente, al raggiungimento dell’orgasmo femminile.
Infatti, già nel 1952 Kegel riportava che il 40% delle donne con anorgasmia giunte alla sua osservazione, aveva una disfunzione del muscolo pubo-coccigeo.
Quanto è determinante la “relazione di coppia”?
Una coppia conflittuale, scarsamente empatica, non supportiva, con elementi al suo interno di scarsa conoscenza dell’altro\a, non sarà una buona coppia durante l’intimità.
Elementi da non sottovalutare per un’adeguata risposta orgasmica femminile, sono la dimensione della “fiducia nei confronti del partner”, dell’empatia e del contenimento mentale, emozionale e sessuale, la dimensione ludica, del gioco, dell’attesa.
Questi elementi dovrebbero essere sempre presenti durante l’intimità ed andrebbero sempre sostituiti al controllo pulsionale e passionale, all’ansia da prestazione, all’incapacità nel lasciarsi andare, all’inseguimento della “meta”, piuttosto che al piacere dato dal “percorso”.
Esistono donne anorgasmiche con un partner e multi-orgasmiche con altri partners? Donne che riescono ad accedere alla complessa sfera del piacere in perfetta solitudine e non con il partner?
La risposta è si.
La “quota relazionale” è un elemento di fondamentale importanza che caratterizza sia la funzionalità che la disfunzionalità della sessualità femminile: fase del desiderio, fase dell’eccitazione e fase orgasmica dipendono fortemente dalla coppia in cui la sessualità dimora.
Bibliografia:
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