La dipendenza dal gioco
Il giocatore dipendente (gambler) è un individuo che ha perso il controllo del suo divertimento al gioco che è divenuto una necessità irrefrenabile che deve essere assolutamente appagata a discapito di qualsiasi altra situazione sociale, economica e familiare.
La maggior parte delle volte, si tratta di giochi d’azzardo o di scommesse, alcuni dei quali attualmente sono pienamente legali nella maggior parte del mondo.
Tale dipendenza è associata ad una alterazione psichica correlata ad un disturbo del controllo degli impulsi.
La tensione emotiva che si crea è scarsamente influenzabile ed il soggetto si trova soggiogato da tale tensione che riesce a ridurre solo dedicandosi al gioco.
Durante l’attività di gioco qualsiasi altra condizione non viene considerata, mentre si accavallano alcuni pensieri ed azioni relativi anche al senso di colpa e all’appagamento della condizione di gioco. Infatti, se perde il giocatore tenta di riguadagnare quanto perso, mentre se vince tende a giocare sempre di più ritenendo di essere fortunato per quel giorno.
Di solito, per recuperare quanto perso, tende ad aumentare il piatto proprio quando sta perdendo piuttosto che quando sta vincendo.
Il problema insorge quando il gambler tenta di non giocare e comincia a sviluppare una serie di sintomi da astinenza dal gioco, comprensivi di sintomi di tipo depressivo, a cui sono correlati ansia ed aggressività.
Non è possibile identificare un soggetto specifico che può avere una dipendenza da gioco.
In ogni caso, molto spesso si tratta di individui che già hanno sviluppato premorbosamente tratti di personalità narcisistica od antisociale.
Lo scarso autocontrollo e le difficoltà ad affrontare le situazioni giornaliere possono favorire il manifestarsi di tale patologia.
I giochi che maggiormente favoriscono questa dipendenza sono quelli in cui la riscossione del premio è immediata alla scommessa.
Maggiormente sono colpiti gli uomini in età giovanile ed intorno ai 40 anni, mentre la fascia di età delle donne è tra i 40 ed i 50 anni.
Possono comunque essere colpite tutte le fasce d’età che hanno la possibilità di accesso ai giochi. Ultimi studi clinici, hanno evidenziato una crescita di tale fenomeno tra i soggetti anziani del nostro Paese.
Mentre cresce il fenomeno patologico, le condizioni economiche, sociali, familiari e lavorative del gambler si deteriorano, senza però che vengano poste delle soluzioni in merito.
Si alterano anche i normali processi di tipo cognitivo e l’affettività si appiattisce.
Successivamente, il deterioramento totale di tutte le condizioni sociale del gambler comporta una fase di disperazione associata spesso alla perdita del lavoro e alla richiesta continua dei creditori. Spesso si configura anche un conflitto familiare correlato alla situazione del giocatore.
Il trattamento psichiatrico deve essere mirato alla risoluzione del problema che, spesso, viene sottovalutato sia dal giocatore che dai familiari fino a quando la situazione non degenera completamente.
La consapevolezza del giocatore di voler risolvere tale problema può aiutarlo ad iniziare un trattamento.
In genere, vengono preferiti i trattamenti combinati.
Il trattamento farmacologico deve trattare sia la compulsione al gioco che i sintomi depressivi associati alla condizione del giocatore.
Sono presenti, inoltre, associazioni di psicoterapia di gruppo che forniscono un importante supporto psicologico.
Le tecniche cognitivo-comportamentali consentono una rivalutazione degli obiettivi primari del giocatore, per il quale devono essere riorganizzati gli schemi di vita che riguardano la famiglia, la vita sociale, il lavoro ed il tempo da dedicare al riposo.
Il trattamento combinato farmacologico e psicoterapia cognitivo-comportamentale consente di avere buoni risultati.