Dr. Matteo Pacini
Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze
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Risposta esauriente, grazie mille dottore del Suo cortese responso.
Buongiorno, innanzitutto grazie per la risposta! No, non mi sono mai fatto visitare da uno psichiatra, solo da psicologi. Potrebbe essere ipocondria anche se i sintomi descritti si manifestavano anche quando non soffrivo della patologia?
Celere nelle risposte e disponibile per chiarimenti. Ottimo.
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Glossario medico
Termine tecnico inglese corrispondente a tossicodipendenza (vedi) o dipendenza in generale nel senso di tossicomania. Letteralmente "dedicarsi in maniera prioritaria" a qualcosa.
E' un termine chimico generico. Si intende solitamente l'etanolo, ovvero il principio attivo delle bevande alcoliche.
Concentrazione di etanolo nel sangue circolante. Misurata direttamente o derivata dalla concentrazione nell'aria espirata.
Tossicomania/Tossicodipendenza da Alcol, altrimenti indicato come dipendenza da alcol o etilismo. Situazione di Tossicodipendenza (vedi) indotta e legata all'alcol.
vedi Alcol
Situazione cerebrale in cui la persona perde la capacità di interessarsi e di ricercare situazioni o interazioni "piacevoli", associata sia a malattia depressive che a psicosi croniche. Si associa di solito all'indifferenza emotiva.
Farmaco utile nel risolvere gli episodi di depressione intesa come episodio depressivo maggiore o minore, e in alcuni casi nel prevenire le ricadute. Il termine non equivale ad una generica funzione di correzione dell'umore o euforizzante.
Opinione secondo cui i fenomeni psicopatologici non hanno origine individuale e cerebrale, ma sono prodotti sociali e culturali. Ne consegue una critica radicale della psichiatria come pratica di potere.
Categoria di farmaci che contrastato i sintomi psicotici presenti in varie condizioni. Si dividono in "tipici" (o neurolettici), i più vecchi, e "atipici" a seconda del profilo di azione farmacologica.
Atteggiamento o inviduo che commettono atti distruttivi o dannosi per persone anche affettivamente importanti, senza apparente scopo o con guadagno minimo, non provandone rimorso. Da non confondere con "asociale".
Spinta comportamentale a consumare o conquistare qualcosa, solitamente in rapporto ad un effetto umorale. Equivale a istinto di consumazione, si può riferire a cibo, sesso, sostanze, situazioni.
Condizione di graduale perdita della sensibilità ad uno stimolo per un meccanismo di adattamento degli organi e cellule bersaglio. L'assuefazione porta ad una condizione di "tolleranza" acquisita ed è il presuposto per la comparsa successiva di una sindrome d'astinenza.
Insieme di manifestazioni soggettive e oggettive derivanti dalla sospensione più o meno brusca di un medicinale o di uno stimolo biologicamente attivo a cui la persona era divenuta "tollerante" (abituata) dopo esservi stata esposta in maniera regolare per un certo periodo.
Uso di medicinali autogestito sui propri sintomi di malessere. In psichiatria è in particolare utilizzato per indicare l'uso di sostanze farmaceutiche, droghe legali o illegali rispetto ad uno stato mentale che inizialmente ne risente in maniera benefica.
Classe chimica di farmaci attivi sul sistema recettoriale GABA, utilizzati prevalentemente come sedativi, antiepilettici, ansiolitici e miorilassanti. Differiscono tra di loro per durata d'azione, rapidità d'azione, potenza.
Termine utilizzato per indicare le situazioni "a confine" tra una sindrome e un'altra, dove le manifestazioni non sono definite o piene.
Sostanza con azione sul sistema oppiaceo. Utilizzata come analgesico e come terapia della tossicomania da oppiacei, come distacco e prevenzione delle ricadute.
Pianta da cui sono ricavati diversi preparati, principalmente per uso ricreativo. La cannabis "droga" ha un'azione principalmente legata al thc, ed esiste in varianti con diversa "concentrazione" di thc.
Condizione di estremo immobilità per inibizione della motilità volontaria, con assunzione di postura indifferente o rigida e atteggiamento passivo o oppositivo alle sollecitazioni verbali o fisiche.
Cluster è il termine inglese per indicare "raggruppamento", solitamente indicato per indicare gruppi di sindromi o diagnosi facenti parte di un'area comune.
Sindrome con alterazioni della percezione, secrezione e motilità intestinale (colon tipicamente ma non solo) , con reazioni abnormi all'assunzione di cibo o allo stress in questo apparato, talora con meteorismo, dolori crampiformi, diarrea, stipsi.
Condizione in cui sono persi i parametri di orientamento spazio-temporale, solitamente accompagnata da deliri e allucinazioni frammentari, e da stato di coscienza oscillante tra l'eccitato e il torpido.
Si intende l'insieme degli organi e dei tessuti non-cerebrali secondo una distinzione che la persona opera mentalmente (in senso proprio ovviamente il corpo comprende anche il cervello)
Desiderio che va oltre le intenzioni su come regolare il proprio comportamento, corrispondente a comportamento volontario ma che viola le intenzioni maturate prima o il giudizio di opportunità.
Si può intendere: a) la durata che la malattia ha avuto al momento dell'osservazione (lunga) b) l'andamento nel tempo (persistente) che si prevede o che si è documentato. Non corrisponde ad un giudizio sul margine di cura e di risoluzione.
Interesse per la forma fisica con particolare attenzione alla definizione e alla massa muscolare, che può assumere i connotati di una idea prevalente o di una dismorfofobia.
Intervento che produce un miglioramento dei sintomi, eventualmente modifica il decorso di una malattia evitandone le complicazioni, ed eventualmente riesce a produrne l'estinzione clinica, con o senza necessità di mantenere l'intervento.
Sottotipo di depressione che si caratterizza per maggiore irritabilità, instabilità umorale e decorso meno prevedibile, può essere la prima fase di un disturbo ricorrente.
Vedi alcolismo. In particolare il termine "dipendenza" come diagnosi indica la tossicodipendenza alcolica, ed è fenomeno cerebrale ad espressione psichica, che ciclicamente è contornato anche da sintomi somatici.
Comportamento sessuale di vario tipo attuato con modalità non controllabili e indesiderabili da parte del soggetto, con perdita del piacere atteso, incapacità di ottenere una consumazione ottimale, e danni personali e sociali.
vedi "disturbo distimico"
Insieme di reazioni emotive e comportamenti che ostacolano la persona nel raggiungimento di un soddisfacente equilibrio, prodotti in maniera istintiva vissuti con un significato "generale" riguardo al rapporto tra sé e il mondo.
Al di là dell'uso improprio come sinonimo di "disturbi mentali" o con il significato corrente di malessere psichico; il termine indicherebbe propriamente quelle situazioni di malessere che originano e si mantengono dipendenti dall'interazione con l'ambiente, e rispetto alla modificazione di questa dinamica possono risultare reversibili. Non si tratta di una definizione alternativa a disturbi psichici, né rispetto al tipo di cure da impiegare, se mai un sottogruppo di sindromi psichiatriche
In senso medico una situazione che comporta sofferenza secondo un meccanismo noto.
vedi disturbi di personalità
Disturbo caratterizzato da una depressione minore in termini di intensità dei sintomi e duratura (oltre 2 anni). Sinonimo di depressione minore cronica.
Disturbo evitante di personalità
Tendenza a rifuggire ed escludere istintivamente situazioni di interazione, esibizione o confronto con gli altri. Produce sofferenza per isolamento e frustrazione, ma produce soluzioni rassicuranti rispeto all'ansia sociale della persona.
Farmaco utilizzato nella terapia dell'alcolismo come strumento di controllo e prevenzione delle ricadute. Agisce producendo una reazione tossica se associato all'alcol.
Sostanza in grado di modificare visibilmente le funzioni mentali. Alcune droghe inducono le persone all'abuso o alla dipendenze in tempi più o meno brevi dopo periodi di uso frequente.
Fase di depressione che può rimanere isolata nella storia o ripetersi nel contesto di una depressione ricorrente, di un disturbo bipolare, che per definizione prevedono il ricorrere di episodi depressivi, o occasionalmente di altri disturbi.
Fase del disturbo bipolare con sintomi di eccitamento ideativo, comportamentale o umorale di grado minore rispetto alla mania. E' conservata la capacità di comprendere la realtà, il comportamento è teso al prendere iniziative e a evocare reazioni.
Fase caratterizzata dai sintomi come iperattività, idee rapide e grandiose, aggressività o polemismo, perdita dell'aderenza alla realtà e appiattimento della percezione di sé in senso grandioso-ottimistico. Ricorre nei disturbi bipolari.
Situazione per cui si assume un medicinale prescritto per ottenere o mantenere risultati positivi. Spesso questa parola è usata, in maniera scorretta, come sinonimo di tossicodipendenza da farmaci.
"gioco d'azzardo". Il termine è utilizzato per indicarne la forma patologica, assimilabile ad una dipendenza "non chimica" da scommessa.
Attività in cui si scommette una somma di danaro, un bene o una prestazione sulla possibilità legata a un evento, che non è controllabile da chi scommette mediante abilità innate o apprese con l'esperienza.
Emozione o stato umorale in cui si conosce ciò che si intende consumare o ripetere ancora, e ci si sente in grado di accedervi e di conquistarlo in maniera facile e probabile.
Un tipo di preparato contenente cannabis, a più alto tenore di thc rispetto alla marijuana classica.
"sindrome dell'intestino irritabile" (Irritable Bowels Syndrome". Vedi "colon irritabile"
Aspetto del comportamento che riguarda la tendenza a produrre azioni in maniera rapida, urgente e "violenta" (nel senso dell'impatto o della portata) sull'ambiente o su di sé.
Aumento dei livelli di energia, solitamente con ridotto bisogno di sonno e ridotta affaticabilità, maggiore rapidità nell'eseguire i compiti, ridotto bisogno di riposo e gratificazione legata all'attività protratta. Ha carattere patologico quando parte delle sindromi eccitatorie (maniacali) o miste.
Fenomeno nervoso per cui dopo aver provocato un effetto in un circuito di cellule nervose, il circuito è più pronto a reagire nella stessa maniera, anche con “spinte” minori o da solo.
La sindrome di Münchausen per procura
Disturbo che consiste nel produrre o fingere problemi che riguardano altre persone, di solito familiari o persone sotto la propria influenza, al fine di produrre per sé un ruolo soddisfacente (compassione, ammirazione).
Comportamento fallito di auto-soppressione, che si differenzia dal tentato suicidio per le modalità con cui è stato attuato, chiaramente letali e senza spazio intenzionale per l'evitamento della morte.
Episodio di eccitamento comportamentale con umore euforico o iracondo, impulsività e disinibizione, pensieri caotici, superficialità di giudizio. Può comportare perdita del contatto con la realtà e allucinazioni. E' una fase del disturbo bipolar
Presenza di sintomi proprio delle fasi di eccitamento (mania, ipomania). Il termine è utilizzato nel linguaggio comune per indicare le compulsioni e l'atteggiamento rigido, perfezionistico e di controllo dell'ossessività caratteriale.
Uno dei preparati della cannabis, a concentrazione di thc minore rispetto ad altri derivati.
Sostanza classificata farmacologicamente come "agonista oppiaceo" completo, utilizzato in determinate modalità come terapia mirata a ridurre la spinta ad assumere oppiacei "tossici", in maniera diretta e mediante blocco narcotico
Sostanza ad azione antagonista sul sistema oppiaceo, utilizzata nell'abuso di alcol e oppiacei.
Il narcisista è una persona che pone al centro della propria esperienza di vita il senso di gratificazione personale (vedi gratificazione), come conferma della propria posizione di predominio sull'ambiente e di superiorità di forze rispetto agli altri.
Sostanza contenuta nel tabacco, responsabile degli effetti del "fumo" di tabacco, compreso l'effetto gratificante e lo sviluppo del legame con il tabacco, dall'abitudine fino alla dipendenza.
Classe di sostanze che hanno in comune quelle di legarsi ai recettori della morfina, contenuta nell'oppio. Si usa il termine oppiacei per distinguere le sostanze esterne da quelle interne, indicate come oppioidi (endorfine, encefaline, dinorfine), che si legano agli stessi recettori. In senso più esteso, si intendono tutte le sostanze che si legano ai recettori degli oppioidi, anche diversi da quelli a cui si lega la morfina.
Sostanze esogene che agiscono sul sistema oppiaceo tremite i recettori per la morfina (contenuta nell'oppio) come agonisti (stimolandone l'attività). Possono essere naturali o sintetiche. Possono avere, a seconda della molecola ma soprattutto della cinetica della preparazione, diverse proprietà terapeutiche, analgesica, sedativa e proprietà inebrianti, ma anche psico-tossiche (psicosi, depressione). Tipicamente inducono assuefazione se assunti regolarmente. Alcuni preparati inducono dipendenza.
Termine impropriamente utilizzato come sinonimo di disturbo, malattia, affezione. In origine termine che significa "studio dei processi che pruducono malattia"
Una condizione che la persona desidera perpetuare o ripetere, che può consistere nella consumazione di un oggetto così come nell'esecuzione di determinate attività.
Trattamento che mira alla risoluzione dei connotati di un disturbo mentale, mediante interazioni vissute durante la seduta, sollecitate per proseguire nell'ambiente naturale, o da eseguire secondo prescrizione del terapeuta.
Intervento che mira a correggere la capacità di comprendere natura e meccanism del proprio disturbo rispetto a quanto il disturbo stesso o il pensiero condiviso induce a ritenere. Lo scopo è la migliore adesione alle cure.
Termine con cui si suole impropriamente indicare l'origine psichica di sintomi o manifestazioni. Il significato più corretto con cui tradurre il termine è quello di elemento di origine cerebrale che costituisce espressione di una sindrome psichiatrica senza che siano in atto o previste lesioni macroscopiche del sistema nervoso centrale. Spesso utilizzata come sinonimo di "funzionale".
Area di interesse psichiatrico che riguarda il trattamento delle condizioni psichiatriche inerenti all'oncologia.
Episodio caratterizzato da sintomi psicotici, come deliri, allucinazioni e alterazioni affettive. Il termine acuto è riferito a volte alla durata (breve) a volte all'intensità dei sintomi (piena).
Spesso usato come sinonimo di recidiva, cioè ricomparsa dei sintomi di una malattia dopo un periodo di assenza. In una diversa accezione ricaduta significa aggravamento dopo un iniziale miglioramento, sempre nello stesso episodio di malattia.
Termine un tempo utilizzato per indicare le fasi di Mania in presenza di sintomi inibiti o deliri depressivi (attualmente indicata come stato misto), oppure in generale Mania con elementi schizofrenici (classificazione senza pià corrispondenza).
Termine generico che indica una situazione con elementi depressivi, non esclusiva della "Depressione" come diagnosi.
I sintomi di tutti i quadri di perdita del contatto con la realtà, nella percezione e nell'interazione. Si dividono in "positivi" (come delirio e allucinazione) e "negativi" (come appiattimento affettivo e catatonia).
Si intendono quei sintomi non psichici, riferiti al corpo in varie parti. Se si parla di somatizzazioni, si intendono sintomi somatici prodotti da anomalie riguardanti il cervello, che solitamente si esprimono anche con sintomi psichici centrali.
Cessazione del consumo di tabacco. Da non considerarsi sinonimo di terapia della dipendenza da nicotina, rientra nelle capacità della maggior parte dei fumatori, dipendenti o meno, non predice il ritorno al fumo.
Farmaci che inibiscono la ricaptazione sinaptica sia di serotonina e noradrenalina, non appartenenti però alla categoria dei triciclici. Vi appartengono venlafaxina e duloxetina.
"che si esprime come sintomo corporeo", riferito a quei disturbi che, pur presentando sintomi psichici, inizialmente sono "presentati" in base ai sintomi riferiti al corpo.
Condizione diagnostica di disturbo bipolare, in cui coesistono elementi della serie depressiva con altri della serie eccitatoria. La forma più comune è la depressione agitata.
Sostanze in grado di incrementare alcuni connotati corporei (massa muscolare) o mentali (aggressività) utilizzati per scopo estetico o comportamentale, che possono indurre dipendenza.
Sostanza in grado di alterare lo stato mentale, e la coscienza di realtà (spostata su un piano parallelo o ristretta a pochi elementi). Si classificano in stimolanti, (eccitamento), depressori (immobilità e torpore), dislettici (percezioni alterate).
Sostanze che inducono alterazioni rapide e importanti dello stato psichico, che comprendono le capacità di reazione, di percezione, con effetto inebriante. Il termine, in origine rivolto ai narcotici, è divenuto sinonimo di droghe pesanti.
Altrimenti detta elettroshock. Vedi ECT.
Condizione di reazione ansiosa abituale in presenza di altri o durante il confronto o l'interazione con gli altri, anche familiari. Può essere patologica in quadri come la fobia sociale o il disturbo evitante.
Anti-maniacale, che risolve l'agitazione di matrice umorale senza incidere sulle funzioni globali come il neurolettico. Impropriamente usato come abbreviazione di timo(ana)lettico, sinonimo di antidepressivo, stimolante, di significato contrario.
Fenomeno che vede l’effetto di uno stimolo ridursi nel tempo, cosicché è eventualmente necessario aumentare la dose o attendere un periodo di sospensione per riprodurlo. Alla sospensione possono esservi sintomi, transitori, anche gravi.
Persona che ha sviluppato la tossicodipendenza come malattia, ovvero che è spinto da un desiderio non controllabile e ricorrente di praticare un comportamento che è fonte di rischio e danno a lui noto
Comportamento recidivante non controllabile indotto dal desiderio di una sostanza. Distruttiva sulla vita individuale e sociale, si fonda su un’alterazione indotta nel tempo dall’uso, non reversibile con disintossicazione o astinenza.
Sinonimo di tossicodipendenza, più vecchio ma più preciso poiché indica direttamente il termine "mania" riferito al comportamento e non "dipendenza", dal significato spesso confuso con i concetti di tolleranza/astinenza.
Sostanza che riduce i livelli di ansia (tranquillante minore o ansiolitico) e l'agitazione psicomotoria (tranquillante maggiore). I tranquillanti maggiori, altrimenti detti neurolettici, agiscono sia frenando la psicomotricità che bloccando deliri e allucinazioni.
relativo all'umore, che varia insieme all'umore, o che è proprio di determinati stati di umore
Insieme di funzioni relative al pensiero, all'attività/motricità e alle emozioni, che può assumere diverse configurazioni (polarità)
Espressione generica per indicare un'anomalia relativa all'umore nel momento in cui si osserva il paziente. L'umore può essere alterato in senso depressivo, in senso espansivo, nel senso di una instabilità osservabile in tempo reale (misto) o essere alternato nel suo andamento (sbalzi d'umore).
Sintomo corrispondente a emozioni e sentimenti tristi, negative,indifferenti e al tipo di comportamenti e di pensieri che ruotano intorno a questa percezione, solitamente su temi di rovina, di colpa, di malattia e di morte.
Libri e pubblicazioni
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Matteo Pacini (Amazon KDP) - Psichiatria
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Informazioni professionali
Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1999 presso Università di Pisa. Iscritto all'Ordine dei Medici di Pisa.
Specialista in: Psichiatria, Psicoterapia
Perfezionato in: Medicina delle dipendenze
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Note e interessi
Oltre alle competenze di psichiatria generale, il Dr. Pacini svolge dal 1998 attività clinica e di ricerca nell’ambito dei disturbi da uso di sostanze psicoattive e delle dipendenze. E’ membro fondatore, ricercatore e docente dell’Istituto di Scienze del Comportamento “G.De Lisio”, con sede a...
Pisa, che si occupa di ricerca e didattica psichiatrica. E’ Presidente di EUROPAD Italia (European Opiate Addiction Treatment Association). Collabora quale consulente esterno con il Centro di Riferimento Alcologico del Lazio c/o l’Università “La Sapienza” di Roma in un programma di inquadramento diagnostico e follow-up di pazienti alcolisti con doppia diagnosi psichiatrica.
Ha partecipato come docente a numerosi corsi di formazione psichiatrica e sulle tossicodipendenze. E’ stato relatore a congressi nazionali ed internazionali. Ha pubblicato 38 lavori scientifici su riviste nazionali ed internazionali.
E' Professore a contratto per il 2011-12 presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Pisa, Scuola di Specializzazione in Psichiatria (Medicina delle Dipendenze), e docente 2011-2013 nei Master di Farmcotossicodipendenze e Disturbi dell'Umore.
Curriculum vitae
Curriculum Vitae et Studiorum Matteo Pacini nato a Pisa il 24.1.1975, residente a Ghezzano (Pisa) via Pavese 37, 56017, PCNMTT75A24G702C, OmceoPi 4355 Studi 1992. Diploma di maturità classica presso il Liceo "G.Galilei" di Pisa (60/60). Esame di ammissione (facoltà a numero chiuso) alla facoltà di Medicina e Chirurgia. 1992-1998. Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia (6 anni), Università di Pisa. 1998. Laurea in Medicina e Chirurgia,...
Altre attività professionali
Libri
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Attività su Medicitalia
Il Dr. Matteo Pacini è specialista di medicitalia.it dal 2006.
È referente scientifico di medicitalia.it per la specializzazione di Psichiatria.