Come scegliere la scuola superiore? Suggerimenti per genitori e figli

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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicoterapeuta, Psicologo

Come scegliere la scuola superiore? Suggerimenti per genitori e figli.

 

Tra poche settimane scadono i termini per le pre-iscrizioni alla scuola superiore per i ragazzi che frequentano l’ultimo anno di scuola media.

Nella migliore delle ipotesi il/la ragazzo/a sa quale percorso intraprendere, ha le capacità e le attitudini per affrontarlo e i genitori sono d’accordo.

Ma nella maggior parte dei casi, questa scelta apre molti interrogativi, dubbi, a volte scatena vere e proprie ansie:

Dal punto di vista dei figli

-        “Cosa voglio fare da grande?”

-        “A me non piace studiare, quella scuola è troppo difficile per me.”

-        “Mi iscriverò a quella scuola perché le mi e amiche del cuore andranno lì”

E’ assolutamente normale avere molti dubbi e incertezze, sia perché la scelta impone di riflettere sulle proprie attitudini (Chi sono io? Cosa so fare?)sia perché si è obbligati a pensare e progettare il proprio futuro (Come mi vedo tra 5 anni? O tra 10 anni?). Queste riflessioni sono “imposte” in un periodo della vita in cui l’identità è in formazione. Dai 12-14 anni tutto viene messo in discussione: la famiglia, gli amici, la propria identità.

In questa epoca della vita inizia il passaggio dalla posizione di “figlio” protetto, accudito, sostenuto dai genitori, a quella di “adulto” responsabile delle proprie scelte. Ciò che guida questo movimento sono le aspettative e i desideri, quelli dei familiari e le proprie. In questa età ci si orienta anche attraverso l’influenza del gruppo dei pari, gli amici.

Di fronte all’incertezza è normale cercare un traino, qualcuno che scelga al proprio posto.

Dal punto di vista dei genitori

-        “Io avrei tanto voluto scegliere quel percorso, ma non ho potuto. Mio figlio è come me, lui può realizzare ciò che non ho realizzato io”

-        “Quel percorso è meglio dell’altro perché gli dà più opportunità lavorative.”

-        “Mio figlio è libero di fare la scelta che crede migliore per sé”.

-        “Perché quello che andava bene fino a ieri, oggi non vale più?”

-         “Cosa vuole mio figlio? Perché cerca sempre di contraddirmi?”

-        “ Mio figlio vuole intraprendere questo percorso ma a me non sembra alla sua portata”.

La messa in discussione che attraversa i figli, riguarda anche i genitori e si esprime con questi interrogativi.

Ogni genitore vorrebbe rendere bella e sicura la vita del proprio figlio, desidera il meglio. Questo desiderio è normale e legittimo. Spesso i genitori vogliono mettere i propri figli in condizione di avere ciò che è mancato loro, oppure desiderano che essi seguano le proprie orme.

Sono propositi nobili, ma non bisogna dimenticare che i figli sono “altro da noi”, vengono da noi ma non sono di nostra proprietà (K. Gibran).

Diventare genitori significa assumersi la responsabilità di “insegnare la vita” ad una persona, ma vuol dire anche accettare il rischio che possa fare tutt’altro da ciò che noi gli indichiamo come la giusta via.

I LUOGHI COMUNI

Per orientarsi nella scelta, la prima cosa da fare è sfatare i luoghi comuni. Essi esistono ed hanno una funzione precisa: offrire punti fermi in un mare di incertezza. Svolgono una nobile funzione, quella di mitigare l’ansia, tuttavia possono confondere le idee. Vediamoli insieme

1) “Mio figlio va male in matematica, quindi non deve scegliere una scuola scientifica”.

2) “Mio figlio non ama studiare quindi deve scegliere un Istituto Tecnico così non dovrà proseguire con gli studi universitari”.

3) “Mio figlio è bravo in tutte le materie quindi può scegliere qualsiasi cosa”

4) “Mio figlio va bene in queste materie quindi deve proseguire approfondendo le stesse”

5) “Questa scuola è più facile, questa scuola è più difficile”.

 

Alcune di queste frasi prendono in esame le “capacità” del ragazzo e si rischia di fossilizzarlo, bloccarlo in uno status che non gli appartiene. Il ragionamento dovrebbe essere questo: “Perché mio figlio va male in matematica? Perché non ne comprende l’utilità? Perché in questo momento della sua vita non gli interessa? Perché aveva problemi con l’insegnante? Perché era più attratto da altre materie? Perché nessuna materia lo ha incuriosito davvero a scuola?”

 

-        Non esistono materie scolastiche facili o difficili: il punto è “cosa mi incuriosisce? Cosa attira il mio desiderio di studente?” Individuare i propri desideri a volte è immediato, altre volte è difficilissimo. Inoltre esistono diversi approcci nell’insegnamento. Spesso cambiando metodo di insegnamento i contenuti scolastici vengono facilmente appresi (è il principio di base che orienta il trattamento dei DSA i Disturbi Specifici di Apprendimento). Tuttavia la scuola non può personalizzare il metodo per ogni alunno, a meno che non ci siano problemi di una certa gravità e riconosciuti (ad esempio il ritardo mentale).

 

-        Non esistono scuole facili o scuole difficili: ogni percorso scolastico ha le sue difficoltà e i suoi lati più piacevoli. Le caratteristiche di una scuola dipendono da numerosi fattori: le materie prevalenti, gli insegnanti, l’organizzazione della scuola stessa.

 

CRITERI OPPORTUNI

PER I GENITORI

1)     Ascoltate attentamente il ragazzo ponendovi in atteggiamento aperto e non giudicante: cercate di sospendere le vostre preoccupazioni, i vostri desideri o le vostre occasioni mancate, mettete un attimo da parte l’andamento scolastico del ragazzo fino a quel momento. Create uno spazio in cui il ragazzo senta di potersi esprimere liberamente.

2)     Sostenete il ragazzo quando individua un suo desiderio: ogni individuo ha una passione, un desiderio che emerge sin dalla più tenera età. Anche se a volte può sembrare assurda, va comunque ascoltata.

3)     Valutate insieme che tipo di lavoro potrebbe diventare.

4)     Scegliete il tipo di percorso che può risultare più piacevole, o meno faticoso da affrontare, ricordando che non esistono a priori scuole facili o difficili. Evitate anche di scegliere in base al maggiore o minore prestigio della scuola.

5)     Sostenete il ragazzo più che la scelta: se vostro figlio ha le idee chiare, ma voi non condividete la scelta, va comunque appoggiato. Il ragazzo deve sentire che non perde sostegno e affetto anche se ha le idee diverse dalle vostre.

6)     Non sottovalutate il potenziale creativo umano: crescendo si cambia, si scoprono attitudini, passioni, capacità. Un ragazzo che oggi non ottiene buoni risultati a scuola, può migliorare nel corso degli anni, ma soprattutto può avere ottimi risultati nel mondo del lavoro un domani. Idem, un ragazzo che ha sempre ottenuto ottimi risultati, non è detto che abbia le stesse capacità di inserirsi nel mondo del lavoro. Mai dare tutto per scontato.

7)     Evitate di sostituirvi al ragazzo nella scelta.

8)     Non lasciate troppa libertà a vostro figlio dicendogli “fai quello che vuoi”. Il ragazzo deve sentire di avere possibilità di scelta, ma deve anche avvertire che c’è interesse per il suo futuro da parte vostra. Troppa libertà spesso angoscia.

9)     Se l’unico criterio di scelta di vostro figlio è quello di seguire i suoi compagni, potrebbe significare che c’è un conflitto molto grande in lui: il ragazzo teme di deludere voi genitori poiché il suo desiderio è molto distante dal vostro, oppure ha poca autostima e crede che non riuscirà mai in un determinato settore. In questo caso è necessaria qualche cautela in più, potrebbe essere opportuno effettuare una consulenza familiare da uno psicologo.

10) Se nella scuola è presente uno psicologo non abbiate timore a rivolgergli i vostri dubbi.

 

PER I RAGAZZI

1)     Fate mente locale e pensate alle materie scolastiche che vi incuriosiscono di più.

2)     Pensate alle attività che vi piacciono in questo momento della vostra vita e a quelle che vi piacevano da piccoli.

3)     Pensate a tutto ciò che vi gratifica.

4)     Riflettete sul perché alcune materie vi vanno più a genio mentre di altre proprio non ne volete sapere.

5)     Provate a chiedervi “Come mi vedo tra 10 anni?”.

6)     Confrontatevi con i vostri genitori sulle riflessioni che avete fatto. Se c’è uno psicologo a scuola potete parlarne anche con lui.

7)     Visitate fisicamente le scuole che vi interessano e valutate quelle che vi hanno fatto una buona impressione.

8)     Valutate con i vostri genitori i possibili sbocchi lavorativi della scuola in cui volete iscrivervi.

9)     Raccogliete tutte le informazioni possibili insieme ai vostri genitori, magari effettuando una ricerca, insieme, su internet.

10) Fatevi raccontare dai vostri genitori come hanno scelto loro il proprio percorso alla vostra età.

INFINE

Ricordate che la scelta non è irreversibile: ci si può pre-iscrivere ad una scuola e poi cambiare al momento della scelta definitiva. Questa duplice scadenza è stata pensata proprio per dare tempo di riflettere adeguatamente.

 

Una volta iniziata una scuola si può comunque cambiare percorso. Se l’Istituto scelto appare molto lontano da l ragazzo, se crea un disagio significativo (a causa delle materie, degli insegnanti, dei compagni o altro) è importante non far accumulare una eccessiva frustrazione che può sfociare in fallimenti ripetuti, molto pericolosi per l’autostima. Ciò non vuol dire che si debba cambiare idea ogni momento.

 

Se siete molto ansiosi, come dico sempre ai genitori in occasione dell’incontro di orientamento, ricordate che “Non è la sottoscrizione di un mutuo!”.

 

In bocca la lupo!

Data pubblicazione: 10 gennaio 2011 Ultimo aggiornamento: 09 gennaio 2019

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