Cistite e rapporti sessuali: disturbo femminile curabile
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Cos'è la cistite post coitale?
La cistite post coitale, cioè l'infiammazione della vescica che compare dopo aver avuto dei rapporti sessuali, è uno dei disturbi che può spesso colpire il sesso femminile ed è frequentemente un motivo di consulto per gli specialisti.
È un problema conosciuto da sempre: in passato i medici l’avevano denominata “Honey Moon Cystitis” o cistite della Luna di Miele, in quanto era frequente riscontarla nelle giovani spose in occasione dei primi rapporti ripetuti e frequenti durante il viaggio di nozze.
Nella nostra epoca accade di riscontrarla nelle ragazze adolescenti in occasione dei primi rapporti sessuali, ma è un disturbo che si può verificare a tutte le età della donna, nel periodo fertile e in menopausa.
Sintomi della cistite post-coitale
Tra i più tipici sintomi della cistite ci sono bruciore e dolore nell’urinare che persiste anche dopo la fine della minzione, necessità di urinare spesso, con la comparsa in alcuni casi di sangue nelle urine, dolore o sensazione di peso al basso addome con percezione di non aver svuotato completamente la vescica, eventuale difficoltà nella minzione con emissione dell’urina a gocce.
Per approfondire:Riconoscere i sintomi della cistite
Perché possono verificarsi episodi di cistite dopo un rapporto sessuale?
La cistite nella donna è più frequente innanzi tutto per motivi anatomici in quanto la vagina è a stretto contatto con l’uretra che nella donna è più corta rispetto all’uomo: questa brevità dell’uretra femminile facilita la risalita dei germi in vescica. Il fatto che la vagina sia così vicina all’uretra, fa sì che i traumi meccanici come quelli di un rapporto sessuale, specialmente se non c’è una lubrificazione ottimale, o c’è dolore ai rapporti, facilitino l’insorgenza della cistite.
Inoltre il fatto di non svuotare la vescica prima e dopo il rapporto potrebbe concorrere a facilitare l’insorgenza di cistiti post coitali, per cui una buona regola preventiva è quella di urinare prima e subito dopo il rapporto ed è comunque buona regola abituale non trattenere a lungo l'urina in vescica durante la giornata.
A questo si aggiungono le cause più generali della cistite: è abbastanza facile che l’uretra venga contaminata dalla presenza di microrganismi provenienti dalla vagina se per esempio c’è una vaginite (infezione della vagina) oppure perché si trasportano residui fecali verso vagina e uretra se non si fa un’igiene intima corretta o perché si usa la carta igienica in modo errato o ancora perché c'è l'abitudine di bere poco durante la giornata.
Cosa fare in caso di cistite post-coitale?
Spesso le pazienti si rivolgono al medico curante che, nella maggior parte dei casi, prescrive una terapia antibiotica, consiglia di bere molta acqua e di fare attenzione all’alimentazione. Questo risolve il primo episodio, ma spesso il problema si ripresenta in seguito per essere affrontato seguendo l'iter della volta precedente che, reiterato, potrebbe essere inefficace.
In caso di cistite post coitale il consiglio, pertanto, è quello di seguire un percorso diagnostico ben preciso fin dal primo episodio: quindi effettuare una visita dallo specialista per far valutare vari fattori concomitanti e predisponenti in ambito ginecologico, la cui individuazione e correzione precoce può evitare la comparsa di recidive e la cronicizzazione della cistite. Una volta divenuta cronica e recidivante, infatti, la cistite potrebbe essere più difficile da risolvere.
Per approfondire:Cistite: cosa mangiare e cosa evitare
Accertamenti da effettuare
I fattori che devono essere valutati dal ginecologo in una paziente con problemi di cistite post-coitale sono:
- infezioni vaginali: è importante escludere la presenza di vaginiti di varia natura (batterica, da candida, virale) che frequentemente si associano alla cistite, e ristabilire un equilibrio dell’ecosistema vaginale, se questo è alterato, al fine di prevenire nuovi episodi
- tono dei muscoli perivaginali: valutare se c’è una condizione di ipertono del muscolo elevatore dell’ano, che spesso si associa anche a dispareunia, cioè dolore ai rapporti e vulvodinia. In questo caso insegnare alla paziente come rilassare la muscolatura pelvica attraverso esercizi specifici, massaggi ed eventualmente biofeedback, è fondamentale per evitare recidive della cistite e il dolore ai rapporti.
- sessualità: è opportuno valutare anche la componente sessuale, se ad esempio il desiderio è scarso e non c’è una lubrificazione vaginale ottimale, il rapporto può essere doloroso e questa condizione, unita al trauma meccanico del rapporto, facilita l’insorgenza della cistite
- ormoni: è necessario valutare se c’è una condizione di ipoestrogenismo (carenza di estrogeni) a livello vaginale che si può verificare tipicamente in menopausa, ma anche in età fertile per varie cause (come assunzione di pillola, cerotto o anello contraccettivo, amenorrea, ipoestrogenica, puerperio, allattamento)
- intestino: la funzione intestinale è un altro fattore da valutare attentamente perché, in caso di stipsi, la permanenza prolungata delle feci nel retto facilita l’insorgenza di vaginiti e cistiti sostenute da Escherichia Coli o Enterococco fecale che normalmente sono presenti nel nostro intestino, ma se vanno in vagina o in vescica possono scatenare delle infezioni. Anche episodi di diarrea o la presenza di un colon irritabile possono comunque facilitare vaginiti e cistiti
- partner maschile: anche il partner potrebbe avere a sua volta problemi di infezioni a livello genitale, per cui una visita andrologica e/o urologica è sempre consigliata, specie se le cistiti nella partner tendono a recidivare nonostante la diagnosi e le terapie appropriate.
È importante quindi non assumere antibiotici “a caso” solo perché assunti la volta precedente, magari senza aver nemmeno fatto un esame delle urine con urinocoltura e antibiogramma: questi esami devono sempre guidare la scelta della terapia che deve essere prescritta dal medico.
Non sempre, poi, si tratta di una cistite causata da batteri: esistono forme di cistite in cui l’esame delle urine con l’urinocoltura è normale e quindi la terapia con antibiotici in questi casi non serve.
Per approfondire:Come curare la cistite?
Controlli specialistici
La cistite che insorge dopo i rapporti sessuali è un problema che non va mai sottovalutato, e la valutazione immediata, tempestiva e mirata da parte degli specialisti giusti.
È importante quindi, specie nelle forme recidivanti, una stretta collaborazione fra:
- ginecologo
- urologo per una valutazione ottimale di altre possibili cause urologiche implicate
- andrologo per la valutazione del partner
- gastroenterologo qualora ci fossero problemi della funzione intestinale.
- In caso di ipertono della muscolatura del pavimento pelvico, potrà essere risolutivo anche l’intervento di un fisioterapista che vi potrà insegnare a rilassare e a coordinare correttamente la contrazione e il rilasciamento dei muscoli pelvici.
Si sconsiglia quindi il "fai da te" e l'assunzione eccessiva, ripetuta, indiscriminata ed eventualmente ingiustificata, degli antibiotici soprattutto in assenza di opportuni esami diagnostici.